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292 orlando innamorato [St. 27-30]

27 Questa è la gente de il re Galafrone,
     Che son tre schiere, ciascuna più grossa.
     Per quella rocca, che è di sua ragione,
     Vien con gran furia ad averla riscossa;
     Ed ha mandato in ogni regïone,
     E meza la India ha ne l’arme commossa;
     E chi vien per tesor, chi per paura,
     Perchè è potente e ricco oltra a misura.

28 Dal mar de l’oro, ove l’India confina,
     Vengon le gente armate tutte quante.
     La prima schiera con molta roina
     Mena Archiloro il Negro, che è gigante;
     La seconda conduce una regina,
     Che non ha cavallier tutto il levante
     Che la contrasti sopra della sella,
     Tanto è gagliarda, e ancor non è men bella.

29 Marfisa la donzella è nominata,
     Questa ch’io dico; e fo cotanto fiera,
     Che ben cinque anni sempre stette armata
     Da il sol nascente al tramontar di sera,
     Perchè al suo dio Macon se era avotata
     Con sacramento, la persona altiera,
     Mai non spogliarse sbergo, piastre e maglia,
     Sin che tre re non prenda per battaglia.

30 Ed eran questi il re de Sericana,
     Dico Gradasso, che ha tanta possanza,
     Ed Agricane, il sir de Tramontana,
     E Carlo Mano, imperator di Franza.
     La istoria nostra poco adietro spiana
     Di lei la forza estrema e la arroganza,
     Sì che al presente più non ne ragiono,
     E torno a quei che gionti al campo sono.

2. Mr. schere. — 18. P. quella, — 23. MI. e piastre ; Mr. omm. 'e ; I

piastra. — 32. T. quel.