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288 orlando innamorato [St. 11-14]

         Del suo Dio se ricorda ogni om di loro,
     Ciascuno aiuto al gran bisogno chiede.
     Fu per cadere a terra Brigliadoro:
     A gran fatica il conte il tiene in piede;
     Ma il bon Baiardo corre a tal lavoro,
     Che la polver de lui sola se vede;
     Nel fin del corso se voltò de un salto,
     Verso de Orlando, sette piedi ad alto.

         Era ancor già rivolto il franco conte
     Contra al nemico, con la mente altiera;
     La spada ha in mano che fu del re Almonte.
     Così tratto Agricane avea Tranchera;
     E se trovarno due guerreri a fronte,
     E di cotali al mondo pochi ne era;
     E ben mostrarno il giorno, alla gran prova,
     Che raro in terra un par de lor se trova.

         Non è chi de essi pieghi o mai se torza,
     Ma colpi adoppia sempre, che non resta;
     E come lo arboscel se sfronde e scorza1
     Per la grandine spessa che il tempesta,
     Così quei duo baron con viva forza
     L’arme han tagliate, fuor che della testa;
     Rotti hanno e scudi e spezzati i lamieri,2
     Nè l’un nè l’altro ha in capo più cimieri.3

         Pensò finir la guerra a un colpo Orlando,
     Perchè ormai gli incresceva il lungo gioco,
     Et a due man su l’elmo menò il brando;
     Quel tornò verso il cel gettando foco.
     Il re Agrican fra’ denti ragionando,
     Fra lui diceva: Se me aspetti un poco,4
     Io ti farò la prova manifesta
     Chi de noi porta megliore elmo in testa.

  1. Mr. e P. le fronde scorza.
  2. P. han gli.
  3. P. in capo ha.
  4. T. e Ml. A lui.