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208 orlando innamorato [St. 31-34]

        Egli è di core ardente e tanto fiero,
     Che sempre voluntate lo trasporta;
     Però che, se egli aveva nel pensiero
     Tornare adrieto, ed aprir quella porta,
     Prender la terra assai gli era leggiero,
     Ed Angelica avere, o presa o morta.
     Ma la ira, che ciascun di senno priva,
     Dietro il pose alla gente che fuggiva.

        Battaglia è ancora di fuor tutta fiata,1
     Molto crudele, orribile e diversa;
     Qui l’una e l’altra gente è radunata:
     Chi more, e chi del ponte s’è sumersa.2
     Tanto è quivi de’ morti la tagliata,
     Che il sangue che de’ corpi fuor riversa,3
     Sparge per tutto e corre tanto grosso,
     Che insino a l’orlo ha già cresciuto il fosso.4

        Ma dentro dalla terra altro terrore
     E più crudel partito se apresenta.
     Quel re sopra Baiardo con furore,
     Terribile a vedere, ogniun spaventa.
     Non fu battaglia al mondo mai maggiore,
     Nè dove tanta gente fosse spenta;
     Tanti ne occise quel pagan gagliardo,5
     Che a pena e’ corpi passa con Baiardo.

        Prima che fosse in Albraca serrato,
     Come intendesti, il re de Tartaria,
     Già se era prima dentro recovrato
     Re Sacripante, pien di gagliardia.
     Medicar se faceva disarmato,
     E tanto sangue già perduto avia,
     Che di star dritto non avea potere,
     Ma sopra al letto stavasi a giacere.

  1. P. ancor di fuora.
  2. P. s’è sommersa.
  3. P. si versa.
  4. Ml. a già; Mr. orlo i già; P. è già.
  5. P. Tante ne.