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orlando innamorato |
[St. 19-22] |
Mentre che stanno in tal parlar costoro,
Sonarno li instrumenti da ogni banda;
Et ecco piatti grandissimi d’oro,
Coperti de finissima vivanda;
Coppe di smalto, con sotil lavoro,
Lo imperatore a ciascun baron manda.
Chi de una cosa e chi d’altra onorava,
Mostrando che di lor si racordava.
Quivi si stava con molta allegrezza,
Con parlar basso e bei ragionamenti:
Re Carlo, che si vidde1 in tanta altezza,
Tanti re, duci e cavalier valenti,
Tutta la gente pagana disprezza,
Come arena del mar denanti a i venti;
Ma nova cosa che ebbe ad apparire,
Fe’2 lui con gli altri insieme sbigotire.
Però che in capo della sala bella
Quattro giganti grandissimi e fieri
Intrarno, e lor nel mezo una donzella,
Che era seguita da un sol cavallieri.
Essa3 sembrava matutina stella
E giglio d’oro e rosa de verzieri:
In somma, a dir di lei la veritate,
Non fu veduta mai tanta beltate.
Era qui nella sala Galerana,
Et eravi Alda, la moglie de Orlando,
Clarice et Ermelina tanto umana,
Et altre assai, che nel mio dir non spando,
Bella ciascuna e di virtù4 fontana.
Dico, bella parea ciascuna, quando
Non era giunto in sala ancor quel fiore,
Che a l’altre di beltà tolse l’onore.
- ↑ Ml. vede.
- ↑ Mr. Fie.
- ↑ Ml. e P. La qual.
- ↑ Ml. e Mr. vertù.