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90 orlando innamorato [St. 3-6]

        Ma non aveva Fusberta assaggiata,
     Nè le feroce braccia di Ranaldo,1
     Chè l’armatura se avrebbe augurata.
     A due man mena il principe di saldo,
     E nella cossa fa grande tagliata.
     Quando Orïone sente il sangue caldo,
     Tra’ contra terra forte Ricciardetto,
     Mugiando come un toro, il maledetto.

        Stava disteso Ricciardetto in terra,
     Senza alcun spirto, sbigotito e smorto;
     E quel gigante il grande àrboro afferra:
     Ranaldo in su l’aviso stava accorto.
     Quando Orïone il gran colpo disserra,
     Non che lui solo, un monte ne avria morto;
     Ranaldo indietro si retira un passo.
     Ecco a la zuffa arivò il re Gradasso.

        Non scia Ranaldo già più che si fare,
     E certamente gli tocca paura.
     Lui, che di core al mondo non ha pare,2
     Mena un gran colpo fuor d’ogni misura:
     Fusberta se sentiva zuffellare.
     Gionse Orïone al loco de cintura;
     A meza spada nel fianco lo afferra:
     Cadde il gigante in dui cavezzi in terra.

        Nulla dimora fa il franco barone,
     Nè pur guarda il gigante che è cascato,
     Subitamente salta su l’arcione,
     E contra di Gradasso se n’è andato.
     Ma non se può levar de opinïone
     Quel re il colpo che ha visto ismisurato;
     Con la man disarmata ebbe a cignare
     Verso Ranaldo, che li vol parlare.

  1. T. Nelle.
  2. P. Ei.