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di considerazione, quanto in tutte le lettere vere altri ammirava la vivacitá del concetto all’improviso nato dalla veritá del fatto, ove le finte sempre si vedevano piene di queir affettazione che tanto è nemica degl’ingegni buoni. I nobilissimi signori Caetani nondimeno cosi caldamente favorirono questo loro servidore, che superarono tutte le difficultá; oltre che fecero constare a Sua Maestá che tra tutti i volumi di lettere che fino allora erano stati pubblicati, quello del Peranda meritava il primo luogo. Onde Apollo per questo testimonio, e perché si chiari che nelle lettere di quel virtuoso si leggevano molte cose appartenenti all’istoria, le quali sarebbono gratissime a tutti i virtuosi, concedette al Peranda quanto egli chiese, e appresso favoritissimamente gli diede il primo luogo fra tutti i secretari italiani; e tuttoché nell’onorar quel virtuoso, Apollo, com’è suo costume, solo avesse avuto riguardo al merito di lui, non mancarono nondimeno delle lingue lunghe, che fino ardirono dire che il tutto fosse stato fatto in grazia dell’illustrissimo e liberalissimo cardinale Enrico Caetano, prencipe che per magnificenza di opere, per intrepidezza di cuore, per eleganza di costumi, per candidezza di genio, per schiettezza d’animo e per tutte le piú eccellenti doti della natura, delle quali a meraviglia egli si vede ornato, pubblicamente è chiamato il dilettissimo di Sua Maestá. Non si deve lasciar di scrivere che allora che, conforme al solito, a tutti i virtuosi fu data licenza di censurar gli scritti del Peranda, da Claudio Tolomeo fu detto che meritavano di esser corretti, poiché molte voci si leggevano in essi che non erano toscane. Ma al Tolomeo con disprezzo grande risposero i censori che tacesse, perché negli scritti degli uomini letterati gl’ingenui virtuosi con animo nobile notavano i concetti, i maligni pedanti col loro vii talento vi censuravano le parole. E perché alcuni anni avanti la sua morte il gentilissimo Peranda perdette la luce degli occhi, Girolamo Fracastoro si proferí di farli ricoverar il vedere: onde dal Peranda li furono subito promessi cinquecento scudi, se quella cura felicemente li riusciva. La mattina dunque che il medico doveva far la sua fazione, il Peranda si pose a seder in una seggia, e appresso chiese al medico se tutto quello che faceva