Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
28 | LA TESEIDE |
56
Il sangue lor vedevan sopra l’onde
Con trista schiuma molto rosseggiare;
E male a’ Greci l’avviso risponde,
Poichè così si veggon malmenare:
E qual più core aveva or si nasconde,
Temendo delle donne il saettare;
Perciocchè ell’eran di cotal mestiere
Più ch’altre somme, vigorose e fiere.
57
Teseo, che d’altra parte riguardava
La falsa punta della greca gente,
Di rabbia tutto in sè si consumava,
Maladicendo il duro convenente,
E d’ultima vergogna dubitava,
E quasi uscia per doglia della mente;
Perchè sdegnoso al cielo il viso volto,
Così parlò, alto gridando molto.
58
O fiero Marte, o dispettoso Iddio,
Nimico alle nostre arme, i’ mi vergogno
D’aprirti con parole il mio disio:
E certo prego per cotal bisogno
Non averai nè sacrifizio pio;
Ma senza te la vittoria che agogno
Farò d’avere, o l’alma sanguinosa
Ad Acheronte n’andrà dolorosa.