Pagina:Boccaccio - La Teseide di Giovanni Boccaccio nuovamente corretta sui testi a penna, 1831.djvu/438

420 LA TESEIDE


50


Chi porrie mai con soluto parlare
     L’oro e le pietre e li cari ornamenti
     Che i greci re avieno addimostrare?
     Egli eran tanti, e sì belli e lucenti,
     Che il volerlo al presente narrare
     Nol crederebbono il più delle genti:
     E al tempio giunti di gioia ripieno
     Aspettaron le donne che venieno.

51


Ippolita da molte accompagnata
     Quella mattina con solenne cura
     Avieno Emilia nobilmente ornata,
     Avvegnadiochè sì di sua natura
     D’ogni bellezza fosse effigïata,
     Che poco giunger vi potea coltura:
     E in cotal guisa del palagio usciro,
     E lente ver lo tempio se ne giro.

52


O sante donne, le quali Anfïone
     Ataste a chiuder Tebe, or fa mestiere
     Che da voi sia atato il mio sermone,
     Acciocch’io possa dimostrar le vere
     Bellezze che mostrò ’n quella stagione
     Emilia, a cui le piacque di vedere:
     Voi le vedeste, e so che le sapete;
     Adunque qui la mia penna reggete.