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LIBRO OTTAVO | 283 |
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El tornò ’l suo caval verso d’Ammeto,
E con lui fu il gran Pigmaleone:
Nè alcuno si mostrò lì mansueto,
Ma fiero più che mai alcun dragone;
E dieron colpi assai, che pien di fleto
Furono a chi sentì tale offensione;
Nè si partì insieme la mislea,
Per ciò che Ammeto pur fare intendea.
69
Quivi di spade e di baston ferrati
Era sì grande la batosta e tale,
Che molti ve ne furon magagnati,
Nè stata v’era nel campo cotale:
E’ Pegasei quasi erano avanzati,
Perchè Ancelado corso a questo male,
Co’ suoi raccolto, per costa ferío,
E quasi quindi ciascun si fuggío.
70
Quivi rimase Anfiritós Nemeo,
E Palerone che agli aspri cinghiari
Già nelli boschi molta guerra feo;
E tra gli sparti sangui negli amari
Campi rimase il misero Nifeo,
Ed altri ancora, non d’elli men cari:
Ma non per tanto Ammeto non posava,
Ma ’l suo proposto di far s’ingegnava.