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SOPRA DANTE 55

cioè riguardi e tieni a mente: e dice, la tua fisica, come di sopra fece dell’etica, perciocchè Aristotile, non l’autore, fu quegli che compose il libro della fisica, Tu troverrai, esser dimostrato, non dopo molte carte, nel secondo libro di quella, Che l’arte vostra, cioè quella che appo voi mortali s’esercita, quella, cioè la natura, quanto puote Segue in quanto, secondochè ne bastano le forze dell’ingegno, c’ingegnamo nelle cose, nelle quali il naturale esemplo ricevono, fare ogni cosa simile alla natura; intendendo per questo che esse abbiano quegli medesimi effetti che hanno le cose prodotte dalla natura, e se non quegli, almeno in quanto si può simili a quegli, siccome noi possiam vedere in alquanti esercizii meccanici: sforzasi il dipintore che la figura dipinta da sè, la quale non è altro che un poco di colore con certo artificio posto sopra una tavola, sia tanto simile in quello atto ch’egli la fa a quella la quale la natura ha prodotta, e che naturalmente in quello atto si dispone, che essa possa gli occhi de’ riguardanti o in parte o in tutto ingannare, facendo di sè credere che ella sia quello che ella non è; similmente colui che farà una statua: e il calzolaio, quanto più conforme farà la scarpetta al piede, miglior maestro è reputato; intendendo sempre in questo, che medianti questi esercizii, e le forze degl’ingegni, seguiti quel frutto all’artefice, che a noi seguita dell’operazion della natura, la quale in ogni sua operazione per alcuni mezzi, siccome per istrumenti a ciò atti è fruttuosa; e perciò aggiugne l’autore le parole seguenti, dicendo, l’arte nostra seguire la natura, come il