Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/249


SOPRA DANTE 241

quando pervenuti saranno alla matura età, paia loro che lu muoia troppo tardi? molto migliori, e più certi eredi, son gli amici e i propinqui, i quali tu t’avrai eletti, che non son quegli i quali, o vogli tu o no, sarai costretto d’avere. Cosí adunque Teofrasto confortò il savio uomo a prender moglie: perchè assai manifestamente si può comprendere, non sottomettersi a piccol pericolo colui il quale a tor moglie si dispone: il che, oltre a ciò che da Teofrastro, possiam comprendere per l’esemplo del misero messer Jacopo Rusticucci, il quale per la perversità della sua, ne mostra essere incorso nella dannazione perpetua: guardinsi adunque, e con gran circunspezione si pongan mente alle mani coloro, i quali a prenderne alcuna si dispongono, perciocchè rade volte s’abbatte l’uomo a Lucrezia, e a Penelope, o a simiglianti; perciocchè secondochè io ho a molti già udito dire, così come elle paiono il giorno nella via agnoli, così la notte nel letto son diavoli: poi seguita l’autore: S’io fussi stato: dove comincia la quinta parte del presente canto, nella quale poichè ha dimostrato chi queste tre ombre sieno, e ’l prego loro, dimostra quello che esso alle tre ombre dicesse, dice adunque,

S’io fussi stato dal fuoco coverto,

che non mi fusse potuto cadere addosso, Gittata mi sarei, dell’argine, tra lor di sotto,

E credo, che ’l dottor l’avria sofferto,

considerando, che essi erano uomini da dovere onorare.

Ma perch’io mi sarei bruciato e cotto,

com. di dante T. III. 16