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70 COMENTO DEL BOCCACCI

to, poco avanti all’ora della sua morte, con contrito cuore non dicendo altro che miserere mei, Domine, cum veneris in regnum tuum, il fece la misericordia di Dio degno d’udire dalla bocca di Cristo, Amen dico tibi, hodie mecum eris in paradiso: nè è dubbio alcuno, che a queste parole non seguisse l’effetto; e così solamente all’ultima parte della vita, cioè alla sua qualità, fu dalla giustizia divina guardato. E così in contrario, essendo Giuda Scariotto stato de’ discepoli di Cristo, e usato con lui e avendo la sua dottrina udita, quantunque poi male adoperato avesse vendendolo, nondimeno disperatosi della misericordia di Dio, e col capestro messosi a finir sua vita, col fine suo di sè medesimo dettò la sentenza alla divina giustizia, per la quale fu al profondo dello inferno a perpetue pene dannato. Ciascheduno adunque con le colpe più gravi, con le quali e’ muore, del luogo il quale e’ dee in inferno avere è dimostratore.

Appresso le cose già dette, resta a vedere la qualità de’ dannati in questo secondo cerchio, e come alla qualità della lor colpa sia conforme il supplicio, il quale l’autore ne dimostra essere lor dato dalla divina giustizia. Sono adunque dannati in questo cerchio, come assai fu dichiarato leggendo la lettera, i lussuriosi; intorno al vizio de’ quali è da sapere, che la lussuria è vizio naturale, al quale la natura incita ciascuno animale, il quale di maschio e femmina si procrea: e ciò fa la natura avvedutamente, acciocchè per l’atto del coito, ciascuno animale generi simile a sè, e così si continui la spezie di quello: e se questa sollecitudine non