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SOPRA DANTE 67

sappia discernere i movimenti di quegli che peccano, di quegli che testificano, di quegli che accusano, e tutte simili cose: e dove queste cose non sapesse distinguere quel cotale che a ciò posto fosse, non potrebbe essere idoneo esecutore della giustizia. Conviengli oltre a questo esser costante, acciocchè da quello, che conosciuto avrà convenirsi fare, non rimuova alcuna affezione, non prego, non amore, non odio, non prezzo, non lusinghe o cose simili a queste: perciocchè dove d’alcuna, o da più di queste mosso fosse, mai giudicar non porria giustamente, e per conseguente non saria atto ministro della giustizia. Conviengli oltre alle dette cose essere severo, e massimamente dove è tolto luogo alla gratificazione. Puossi infra’ processi, che usano nelle cose giudiciali i ministri della giustizia, per diversi, ma onesti accidenti, più all’una parte che all’altra esser grazioso: la qual cosa nelle cose e ne’ tempi debiti non è vizio, ma è segno d’equità d’animo nel giudicante: fuori de tempi debiti, conviene nell’esecuzioni al giudice esser severo in servare strettamente l’ordine della ragione, e di quello per cagione alcuna non uscire; e massimamente ne’ giudici di Dio, il quale insino all’estremo punto della nostra vita con le braccia aperte della sua misericordia n’aspetta, tempo prestandoci alla gratificazione, se prendere la vogliamo: ma poichè a quella non ci siamo voluti volgere, e quasi a vile avendo la sua benignità ci siamo lasciati morire, essendo la sua sentenza passata in nel giudicante, con ogni servitù dee qui il ministro della giustizia quella mandare ad esecu-