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SOPRA DANTE 185

de’ fiumi e del mare tirarono a vedere il cielo le pietre preziose e le margherite; e non so da quale esperienza ammaestrati, con sangue di pesci, e coi sughi dell’erbe, trasformarono il color della lana e della seta; e brevemente ogni altra cosa mostrarono, la qual potesse non saziare ma crescere il misero appetito de’ mortali; di che Boezio nel primo libro della Consolazione, fortemente dolendosi, dice: Heu primus quis fuit ille.... Auri, qui pondera tecti.... Gemmasque latere volentes... Pretiosa pericula fodit? Ma poichè lo splendor dell’oro, la chiarità delle pietre orientali, e la bellezza della porpore fu veduta, in tanto s’acceser gli animi ad averne, che con abbandonate redine, per qualunque via, per qualunque sentiero a quel crediam pervenire tutti corriamo; e in questo inconveniente, non solamente ne’ nostri giorni, ma già sono migliaia di secoli si trascorse; e così la prima semplicità, e l’onesta povertà, e i temperati desiderii scherniti, vituperati e scacciati, ad ogni illicito acquisto siam divenuti, per la qual cosa l’umana carità, la comune fede e gli esercizii laudevoli, non solamente diminuiti, ma quasimente esinaniti del tutto sono; e che è ancora molto più dannevole, con ogni astuzia e con ogni sottigliezza s’è cercato, e cerca l’odio di Dio; pensando che dove noi dobbiam lui sopra ogni altra cosa amare, onorare e reverire, noi l’oro e l’ariento, i campi e l’umane sustanze in luogo di lui amiamo, onoriamo e adoriamo. Laonde segue che per lo non saper por modo all’appetito, e non sapere e non volere con ragione spendere l’acquistato,