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SOPRA DANTE 61

bestie il fanno, siccome il cavallo coll’asino, la leonessa col leopardo, e la lupa col cane. E questo non è da dubitare che l’autore non sapesse; perchè avendol posto, assai ben si può comprendere, l’autore volere altro sentire che quello che semplicemente suona la lettera, e così in ciò che seguita del rimettimento di questa lupa in inferno: la sposizione delle quali cose a suo tempo riserberemo. E più saranno ancora, che stati non sono, infinchè il veltro verrà: è il veltro una spezie di cani, maravigliosamente nemici de’ lupi: de’ quali veltri dice, come appare, doverne venire uno, che la farà morir con doglia. Questi, cioè questo veltro, non ciberà, cioè non mangerà, terra nè peltro, Peltro è una spezie vile di metallo composta d’altri.

Ma sapienza e amore e virtute,

Questi non sogliono essere cibi de’ cani; e perciò assai chiaro appare lui intendere altro che non par che dica la lettera:

E sua nazion sarà tra feltro e feltro.

è il feltro vilissima spezie di panno come ciascun sa manifestamente. Di quella umile. Usa qui l’autore un tropo il quale si chiama ironia, per vocabolo contrario mostrando quello che egli intende di dimostrare; cioè per umile superba, siccome noi tutto ’l dì usiamo, dicendo d’un pessimo uomo: or questi è il buon uomo, d’un traditore: questi è il leale uomo, e simili cose. Dice adunque: di quella umile, cioè superba, Italia fia salute. È Italia una grran provincia, nominata da Italo figliuolo di Cerito re e fratello di Dardano, del quale poi distesamente dire-