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56 giornata settima

può nelle cose davanti mostrate. Alle quali, amorose donne, io una n’aggiugnerò da una semplicetta donna adoperata, tal che io non so chi altri se l’avesse potuta mostrare che Amore.

Fu adunque giá in Arezzo un ricco uomo il quale fu Tofano nominato. A costui fu data per moglie una bellissima donna il cui nome fu monna Ghita, della quale egli, senza saper perché, prestamente divenne geloso; di che la donna avveggendosi, prese sdegno, e piú volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato, né egli alcuna avendone saputa assegnare se non cotal generali e cattive, cadde nell’animo alla donna di farlo morire del male del quale senza cagione aveva paura: ed essendosi avveduta che un giovane, secondo il suo giudicio molto da bene la vagheggiava, discretamente con lui s’incominciò ad intendere. Ed essendo giá tra lui e lei tanto le cose innanzi, che altro che dare effetto con opera alle parole non vi mancava, pensò la donna di trovare similmente modo a questo: ed avendo giá, tra’ costumi cattivi del suo marito, conosciuto lui dilettarsi di bere, non solamente gliele cominciò a commendare, ma artatamente a sollecitarlo a ciò molto spesso. E tanto ciò prese per uso, che quasi ogni volta che a grado l’era, infino all’inebriarsi bevendo il conducea: e quando bene ebbro il vedea, messolo a dormire, primieramente col suo amante si ritrovò, e poi sicuramente piú volte di ritrovarsi con lui continuò; e tanta di fidanza nella costui ebbrezza prese, che non solamente avea preso ardire di menarsi il suo amante in casa, ma ella talvolta gran parte della notte s’andava con lui a dimorare alla sua, la qual di quivi non era guari lontana. Ed in questa maniera la ’nnamorata donna continuando, avvenne che il doloroso marito si venne accorgendo che ella, nel confortare lui a bere, non beveva per ciò essa mai; di che egli prese sospetto, non cosí fosse come era, cioè che la donna lui inebriasse per poter poi fare il piacer suo mentre egli addormentato fosse. E volendo di questo, se cosí fosse, far pruova, senza avere il dí bevuto, una sera, mostrandosi il piú ebbro uomo, e nel parlare e ne’ modi, che fosse mai, il che la donna credendo, né estimando che piú bere gli bisognasse a ben dormire, il