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lo studio dei rapporti intercorrenti tra loro, conchiudendo che B non può essere per certo una copia di L, mentre L può benissimo essere una copia di B. Tale conchiusione fu poco piú tardi avvalorata e determinata dallo Hecker dopo aver esteso a tutto il corpo di B l’esame iniziato dal Tobler: con sicura dimostrazione egli passò a stabilire che B fu l’antigrafo immediato di L, e venne a togliere per sempre a quest’ultimo il posto d’onore che tanta brava gente e per tanto tempo gli aveva ciecamente accordato e continuato a riconoscere1.

Le indagini nuove, auspicate e promosse dal Tobler, dopo avere condotto a questi eccellenti risultati, disgraziatamente si fermarono2: ma non v’è dubbio che di necessitá esse dovranno al piú presto essere riprese ed estese. Intanto, poiché giá solo con le compiute sin qui si poteva far fare un progresso sensibilissimo al testo del capolavoro della prosa d’arte italiana, fu creduto opportuno concretar la portata pratica di quelle, assumendo la lezione di B per fondamento di una nuova stampa che affrancasse definitivamente il lettore dalla vulgata, permettendogli d’attendere con minor danno il momento della desiderata edizione critica. Tale è appunto lo scopo che si prefigge la presente edizione; di cui dovendosi ora, ch’è tempo, venire a discorrere, par bene premettere alcune notizie descrittive e storiche sul codice adoperato per esemplare3.

Il ms. Hamilton 90 è un volume in pergamena, di gran formato, costituito attualmente di cc. 112, che furono per altro numerate (forse nel sec. XVII) dall’1 al 111, perché fu lasciata senza

  1. Hecker, Die Berliner Decameron-Handschrift u. ihr Verhältnis zum Cod. Mannelli, Inaugural-Dissertation, Berlino, 1892. In una breve recensione di quest’opuscolo (Giorn. stor., XXI [1893], pp. 407-11) l’Hauvette manifestò dei dubbi circa l’affermata dipendenza di L da B, mostrandosi propenso invece ad ammettere che i due mss. derivassero entrambe da un terzo. Lo Hecker ebbe poco dopo un facile giuoco a sfatare tali sospetti ed a confermare, mediante l’esame diretto di L in luogo della sua riproduzione a stampa, il proprio asserto con nuovi validi argomenti (Della parentela esistente fra il ms. Berlinese del Dec. ed il cod. Mannelli, nel Giorn. stor., XXVI [1895], p. 162 sgg.
  2. Era stato promesso (Hecker, Die Berl. Decameron-Hs. cit., p. 68 n.) un lavoro di simile indagine su sette mss., tra cui segnatamente il Parig. 7260, che non vide la luce.
  3. Potei averlo in istudio presso la R. Biblioteca Universitaria di Bologna nell’ottobre 1921, prestato dalla National Bibliothek di Berlino mercé l’interessamento del senatore Benedetto Croce, allora Ministro della Pubblica Istruzione.