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novella nona 299

viaggio: e pervenuto a Genova con sua compagnia, montato in galea, andò via, ed in poco tempo pervenne ad Acri e con l’altro esercito de’ cristian si congiunse. Nel quale quasi a mano a man cominciò una grandissima infermeria e mortalitá, la qual durante, qual che si fosse l’arte o la fortuna del Saladino, quasi tutto il rimaso degli scampati cristiani da lui a man salva fûr presi, e per molte cittá divisi ed imprigionati; tra’ quali presi messer Torello fu uno, ed in Alessandria menato in prigione. Dove non essendo conosciuto e temendo esso di farsi conoscere, da necessitá costretto si diede a conciare uccelli, di che egli era grandissimo maestro: e per questo a notizia venne del Saladino, laonde egli di prigione il trasse e ritennelo per suo falconiere. Messer Torello, che per altro nome che «il cristiano» dal Saladino non era chiamato, il quale egli non riconosceva né il soldan lui, solamente in Pavia l’animo avea e piú volte di fuggirsi aveva tentato, né gli era venuto fatto; per che esso, venuti certi genovesi per ambasciadori al Saladino per la ricompera di certi lor contadini, e dovendosi partire, pensò di scrivere alla donna sua come egli era vivo ed a lei come piú tosto potesse tornerebbe, e che ella l’attendesse; e cosí fece, e caramente pregò un degli ambasciadori, che conoscea, che facesse che quelle alle mani dell’abate di San Pietro in Cieldoro, il quale suo zio era, pervenissero. Ed in questi termini stando messer Torello, avvenne un giorno che, ragionando con lui il Saladino di suoi uccelli, messer Torello cominciò a sorridere e fece uno atto con la bocca il quale il Saladino, essendo a casa sua a Pavia, aveva molto notato, per lo quale atto al Saladino tornò alla mente messer Torello: e cominciò fiso a riguardarlo e parvegli desso; per che, lasciato il primo ragionamento, disse: — Dimmi, cristiano: di che paese se’ tu di Ponente? — Signor mio, — disse messer Torello — io son lombardo, d’una cittá chiamata Pavia, povero uomo e di bassa condizione. — Come il Saladino udí questo, quasi certo di quel che dubitava, tra sé lieto disse: — Dato m’ha Iddio tempo di mostrare a costui quanto mi fosse a grado la sua cortesia! — E senza altro dire, fattisi tutti i suoi vestimenti in una camera