maravigliomi forte, avveggendomi ciascuna di noi aver sentimento
di donna, non prendersi per noi a quello di che ciascuna
meritamente teme alcun compenso. Noi dimoriamo qui, al parer
mio, non altramenti che se essere volessimo o dovessimo testimonie
di quanti corpi morti ci sieno alla sepoltura recati o
d’ascoltare se i frati di qua entro, de’ quali il numero è quasi
venuto al niente, alle debite ore cantino i loro ufici, o a dimostrare
a qualunque ci apparisce, ne’ nostri abiti, la qualitá e
la quantitá delle nostre miserie. E se di quinci usciamo, o veggiamo
corpi morti o infermi trasportarsi da torno, o veggiamo
coloro li quali per li loro difetti l’autoritá delle publiche leggi
giá condannò ad esilio, quasi quelle schernendo per ciò che
sentono gli esecutori di quelle o morti o malati, con dispiacevoli
impeti per la terra discorrere, o la feccia della nostra cittá,
del nostro sangue riscaldata, chiamarsi becchini ed in istrazio
di noi andar cavalcando e discorrendo per tutto, con disoneste
canzoni rimproverandoci i nostri danni. Né altra cosa alcuna
ci udiamo, se non «I cotali son morti» e «Gli altrettali sono
per morire»; e se ci fosse chi fargli, per tutto dolorosi pianti
udiremmo. E se alle nostre case torniamo, non so se a voi
cosí come a me addiviene: io, di molta famiglia, niuna altra
persona in quella se non la mia fante trovando, impaurisco e
quasi tutti i capelli addosso mi sento arricciare, e parmi, dovunque
io vado o dimoro per quella, l’ombre di coloro che
sono trapassati vedere, e non con quegli visi che io soleva,
ma con una vista orribile non so donde in loro nuovamente
venuta spaventarmi. Per le quali cose, e qui e fuori di qui ed
in casa mi sembra star male, e tanto piú ancora quanto egli
mi pare che niuna persona, la quale abbia alcun polso e dove
possa andare, come noi abbiamo, ci sia rimasa altri che noi.
Ed ho sentito e veduto piú volte, se pure alcuni ce ne sono,
quegli cotali, senza fare distinzione alcuna dalle cose oneste a
quelle che oneste non sono, solo che l’appetito le cheggia, e
soli ed accompagnati, di dí e di notte, quelle fare che piú di
diletto lor porgono; e non che le solute persone, ma ancora
le racchiuse ne’ monisteri, faccendosi a credere che quello a