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novella ottava 157

dando alle parole fede e vergognandosi forte di parole ingiuriose giá da lui verso il conte ragazzo usate, piagnendo gli si lasciò cadere a’ piedi ed umilmente d’ogni oltraggio passato domandò perdonanza, la quale il conte assai benignamente, in piè rilevatolo, gli diede. E poi che i vari casi di ciascuno tutti e tre ragionati ebbero, e molto piantosi e molto rallegratosi insieme, volendo Perotto e Giachetto rivestire il conte, per niuna maniera il sofferse, ma volle che, avendo prima Giachetto certezza d’avere il guiderdon promesso, cosí fatto ed in quello abito di ragazzo, per farlo piú vergognare, gliele presentasse. Giachetto adunque col conte e con Perotto appresso venne davanti al re ed offerse di presentargli il conte ed i figliuoli, dove, secondo la grida fatta, guiderdonare il dovesse. Il re prestamente per tutti fece il guiderdon venire maraviglioso agli occhi di Giachetto, e comandò che via il portasse, dove con veritá il conte ed i figliuoli dimostrasse come promettea. Giachetto allora, voltatosi indietro e davanti messisi il conte suo ragazzo e Perotto, disse: — Monsignore, ecco qui il padre ed il figliuolo; la figliuola, che è mia mogliere e non è qui, con l’aiuto di Dio tosto vedrete. — Il re, udendo questo, guardò il conte, e quantunque molto da quello che esser solea trasmutato fosse, pur dopo l’averlo alquanto guardato il riconobbe, e quasi con le lagrime in su gli occhi lui che inginocchione stava levò in piede ed il basciò ed abbracciò, ed amichevolmente ricevette Perotto: e comandò che incontanente il conte di vestimenti, di famiglia e di cavalli e d’arnesi rimesso fosse in assetto, secondo che alla sua nobiltá si richiedea; la qual cosa tantosto fu fatta. Oltre a questo, onorò il re molto Giachetto e volle ogni cosa sapere di tutti i suoi preteriti casi. E quando Giachetto prese gli alti guiderdoni per l’avere insegnati il conte ed i figliuoli, gli disse il conte: — Prendi cotesti dalla magnificenza di monsignor lo re, e ricordera’ti di dire a tuo padre che i tuoi figliuoli, suoi e miei nepoti, non son per madre nati di paltoniere. — Giachetto prese i doni e fece a Parigi venir la moglie e la suocera, e vennevi la moglie di Perotto: e quivi in grandissima festa furono col conte, il quale il re avea in ogni suo ben rimesso, e maggior