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cielo e delle stelle ivi23, mss. a molti dal cielo (ma R2 legge del cielo) e dalle stelle, emend. voluto dal senso del passo; e meno ivi27, R1 ommette e ed R2 porta o; artefici ivi28, mss. artifici; constituzione 1732, mss. consuetudine, emend. delle stampe; i nobili ivi3, mss. a nobili; Memi ivi12, mss. Menii (ma cfr. Verg., Aen. V 117): all’emend. pensò dubitando il Gamba; i Corneli, i Claudi ivi13, mss. ommettono l’art.; chiamò ivi19, mss. chiama; attribuita ivi29, mss. attribuito; Aglao ivi31, mss. Aglauro, emend. del Gamba1; di subito ivi38, mss. subito (cfr. 1745); saluta 1746, mss. salutati; è ivi7, suppl. da me; Aversa ivi16, mss. Adversa; Barbato ivi19, il solo R1 con curiosa storpiatura Barbero (e peggio R2, che ha Ruberto!), emend. del Gamba e del Corazzini; e di quindi ivi21, e suppl. da me; la fuga ivi29, suppl. da me; le ricchezze ivi33, mss. le sue ricchezze; giú ivi38, suppl. da me; Castrizio 1752, mss. Casentio2; sconvenevolezza ivi35, mss. svenevolezza, emend. del Corazzini; a te ivi32, suppl. da me; scritte 1764, mss. scripta (cfr. scriptas 14710).

È possibile che la lettera non sia mai stata inviata a destinazione3, ma è certo ch’essa fu divulgata. La morte del Nelli, avvenuta nel corso dell’estate medesima (1363) in cui l’ep. era stata scritta4, impedí forse l’invio, ma non potè dirimere la ragione principale che aveva presieduto alla composizione del mordace scritto: il desiderio di sfogare la bile concepita contro l’Acciaiuoli, verso il quale sono dirette le punte piú aspre dell’invettiva5.

XIII. — Sopravvive in tre mss. fiorentini: lo Strozziano 92 della Laurenziana (cc. 20 v-21 r), il II iv 108 della Nazionale Centrale (c. 164) ed il Laur. XC inf. 14 (cc. 166 v-167 v); il primo è della fine del Trecento, il secondo della prima metá del secolo XV6,



  1. Cfr. Val. Max., VII i; di qui anche la menzione «Aglai sofidii, parvi possessoris agelli» nella Genologia (cfr. Hecker, op. cit., p. 200, l. 30).
  2. E cosí le stampe. Cfr. Val. Max., VI ii.
  3. Cfr. Traversari, art. cit., p. 104; Hauvette, Boccace, p. 372.
  4. La data è stabilita incontestabilmente dal sapersi ormai con certezza che il soggiorno napoletano a cui l’ep. si riferisce durò dal novembre 1362 all’aprile ’63 (cfr. Hecker, op. cit., p. 81, n. 2; Traversari, pp. 113-7 1 Vattasso, pp. 23-5; Giorn. stor., LXV, p. 408). Senza fondamento, come avvertí del resto lo stesso editore, è la data 1367 apposta in calce allo scritto nel tardo e scorretto ms. Marciano seguito dal Gamba (ediz. cit., p. 62, e cfr. p. 72).
  5. Ma «la plus forte déception lui vint de Nelli» (Hauvette, p. 378), e contro di lui è possibile che il Bocc. si sfogasse anche altrove: cfr. Giorn. stor., LXI, pp. 357-60.
  6. Consta di due parti estranee l’una all’altra: la prima (cc. 1-105 della numerazione complessiva) fu scritta negli anni 1464-’65 a Matelica, la seconda (cc. 106-169, mutila in fine) sembra an ch’essa di provenienza marchigiana e si direbbe d’una cinquantina d’anni piú antica; qui è l’ep. del Nostro.