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nota 331

dell’autenticitá dell’ep.1, ciò che non gl’impedí di accoglierla tra le altre del Nostro. Naturalmente, l’opinione è sprovveduta di fondamento.

Nella lezione del testo a penna dovetti supplire vel (dopo Maronem) 14119 e tempore 1426; e furono introdotti gli emendamenti qui appresso elencati: mavis 14119, ms. maius; de hoc 1429, ms. ad hoc; Lucianum ivi33, ms. Lucerianum2; exterum ivi34, ms. externum; alterius 14312, ms. altius; abfuit piú erui ivi13, ms. abteruit che non dá senso3; digne ivi24, ms. digno4. L’ortografia è stata adattata all’uso boccaccesco del tempo a cui appartiene questo scritto5.

La datazione dell’ep. è ancora controversa. Dai primi ondeggiamenti del Cavedoni e del Ciampi6 si passò alla relativa sicurezza dell’Hortis, che mise avanti il 13667, poi del Torraca, che stiè per il 13548, e dell’Hauvette, che si pronunziò per il 13679. Io trovo, come trovai giá10, che la piú antica di queste date è veramente preferibile alle altre; vorrei tuttavia allontanarmi alquanto dal 1354, perché i rapporti tra il Petrarca e il Bocc., dopo l’ep. satirica del 18 luglio ’53, non dovettero tornare cordiali cosí



  1. P. lxxviii.
  2. Evidentemente fu dal copista interpretato come compendio di er un qualche segno visto nell’antigrafo sulla c; nel caso di altius registrato appresso avvenne invece il contrario: il compendio di er, che nella fonte dové trovarsi tra la t e l’i, fu tralasciato.
  3. Le stampe si limitarono a riprodurre questa forma con un lieve cambiamento (abterruit) e denunziarono la loro impotenza con un «sic». Nel mio emendamento fui guidato dal concetto che quel mostro di lezione sia il risultato di una contaminazione mentale del copista tra abfuit ed erui.
  4. mavis e digne furono introdotti dal Cavedoni, il cui testo non restò per altro immune da errori di lettura; particolarmente noto l’ommissione di un satis 14117 e l’interpolazione di un et prima di cum quaterno 14316. Lucianum è un emendamento del Torraca (Per la biogr. cit., p. 392, n.).
  5. Fu tolta o aggiunta qualche h (Petrarche 1415, exhiberi ivi16, inhertem ivi18, habundantia 14325; Ioannes 1415 14317 ecc.); furono scritti con ct i composti di mittere (cfr. 14112 14328 ecc.), con pt il vb. perscrutemur 1433, dampnans 14236 invece di damnans, oppinaris 1416 e non opinaris, imo 14324 e imitatus ivi29 con una sola m, hiis 14127 14321 e non his.
  6. Cfr. Monum.2 cit., n. b a p. 504.
  7. Studj cit., p. 280, n. 2.
  8. Per la biogr. cit., pp. 189-90.
  9. Boccace, p. 441, n. 1.
  10. Giorn. stor., LXV, p. 409 e n. 3.