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284 | nota |
Redazione A:
Nella redazione B passarono le lezioni 1), 4), 7), 9) e 10); vi si trovano giá al loro posto le giunte 3) e 5): nella prima il v. 63 ebbe quosque, che fu ridotto a quotque nella lezione definitiva.
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 63).
- ↑ Lezione rimasta in L.
- ↑ La lettura è un po’ incerta.
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 67).
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 67).
- ↑ Lezione rimasta in L. Nella redazione definitiva il Bocc. sostituí pinguem a letum scrivendo il nuovo termine sopra l’originario senza raschiar via quest’ultimo (cfr. qui, p. 272).
- ↑ Furono rescritti su rasura: et lacrimis versata 25, tene di tenebrosa 35, palmis e lutosos 43, tutto il v. 44 sino a vel di vellera, ulmos 48, cripieque scrobesque 62, l’ultima parte del v. 65 da dis di Crisidis in poi, Auro qui nuper Pactoli 68, huius 72, carpsit 77, Cibeles cepisset amico 88, tutto intero il v. 104, quondam 106, Quid multa recensem 108, basia 117, peribunt 126, iecisse 169, magnus 176, presummere 212. Una parola brevissima fu erasa dopo dicas 175.
chio del v. 6 da quid sit ed il primo del v. seguente sino a noster, Lambit iam fiamma penates 22, Cibelisque sacrato 53, mea virgo 55, montes 56, Dic e cuius 59, pulcher Alexis 71, lanugine malas | umbratas vidisse meis 74 sg., secula 93, c di decus 120, priscas 97, Plutarci e refrinxit 99, trahe di retrahens 100, iuvenes per 114, Sic piú il tratto che va da Flexere del v. 121 alla fine del v. 127, rustica stiva feret 137, simul 138. Berecinthia mater 139, precor 146, post 153, ab imis 171, palmas e celsas 173, et semper Olympia celo 241, exuri e omnia flammis 247, grandis 254, tutti interi i vv. 262-267 e il primo emistichio del 268 sino a pariter, opus est e sunt 271.