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278 nota


Redazione A:

1) cum tibi vix parvus terre sit angulus 321;
2) et inanes novimus 37 e 422;
3) cum vix noscas 116;
4) faciem lavare 1293;
5) graves eque hec componere 1354;
6) mancava il v. 1385.

La redazione B fu in tutto eguale a quella che poi divenne la definitiva6.


Redazione A:

1) voluit Midas 117;
2) doce lapsum quo iure 328;
3) quove Midas 33;
4) sedebat in arvis 349;
5) ceptoque favit 3810;


  1. Cfr. Hecker, p. 46.
  2. La lettura di inanes non è certissima sotto la rasura.
  3. Cfr. Hecker, p. 46.
  4. La lettura non è certa, specialmente di eque; il com di componere si arguisce dalla presenza di un segno (poi abraso) davanti a ponere, segno che può supporsi fosse il compendio di com.
  5. Fu poi aggiunto in calce alla c. 33 v di R.
  6. Prima della redazione B furono abrasi e rescritti i tratti seguenti: amicus 2, Phaselis 6, Lupiscus 8, Vetus 18, his quidem ab 19, ferventibus urget 28, tutto il v. 34, summus 68, pueris 91, tempora ludis 94, tenues ydolo segnes 98, tutto il tratto corrispondente ai vv. 99-103 (ai cinque seguiva ab initio un sesto che fu raschiato totalmente ed accanto scrittovi «vacat»), diu 105, tutto il tratto corrispondente ai vv. 106-109, vix e tibi celsos 116, tutto il tratto corrispondente ai vv. 119-122 piú le parole inflatus rabie 123 (in origine i versi erano tre e non quattro, tanto che 122 dovette essere aggiunto in calce e richiamato con segni di riferimento al suo luogo), extremum 124, septa comatis 125, t di et piú tensos piú a di resecat piú tibi 126. Dopo ciascuno dei vv. 35 e 127 seguiva rispettivamente un altro, che fu totalmente abraso (e di fianco al primo dei due fu scritto il solito «vacat»).
  7. Cfr. Hecker, p. 46.
  8. Lezione rimasta in L.
  9. Cfr. Hecker, p. 46.
  10. Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 63).