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ortografica apportata dal Bocc. solo in una percentuale minima o assai bassa di casi non fu da me rispettata, e la forma ricondotta alla scrizione primitiva: ciò vale per auctor, cuncta, summe (imperat. di summere) e reassummere, ripristinati lá dove furon voluti mutare in autor1, cunta IV 48, summe VIII, 142 e reassumere XI 782; lo stesso dicasi per una parola d’uso frequentissimo nel linguaggio pastorale, nympha, che qualche volta subí la riduzione a nynpha, ma con tale incertezza nell’uso di sí fatta grafia, da consigliare senz’altro la conservazione della primitiva3. Anche per ciò che si riferisce a doppie forme ortografiche riscontrabili in parole nelle quali pure non intervenne alcun cambiamento della forma adottata ab initio, mi son creduto in diritto e in dovere di eliminare ogni contraddizione, tanto piú che si trattava, in fondo, di una serie assai scarsa, come quella che si riduce a tre casi soltanto: i) oscillazione tra s e ss nelle voci thessala e molosus (una volta sola thesala XI 41 e molossus XV 71); 2) oscillazione tra i e y (cithisum XI 24 e cithysum III 60, sidere XI 176, cirnensis IX 43, histrosque III 108, Pamphilus IV 121, Phillis XII 39, Theoschire XV 201, Tiphle ivi 2, Licei VIII 144, indos VII 34 e indo IX 134, lincis VI 93, ciprii XVI 83, delphina VIII 78, citharis IX 53, cimbrorum ivi 65, in luogo di cythisum, sydere, cyrnensis, ecc.; e viceversa: ymbre XI 154, delyra VII 52, Crysidem III 127, Lybanus XIII 28, syculus XVI 28, al posto di imbre, delira, ecc.); 3) oscillazione nell’uso dell’h (ora sovrabbondante:



  1. Nel lemma marginale di XI 136, dove da prima il Bocc. aveva scritto Auc. in rosso, la c fu ridotta a t e di séguito fu aggiunto or, il tutto con inchiostro nero; il medesimo mutamento subirono i lemmi identici ai vv. 133 e 144, che però non furono da me riprodotti perché affatto inutili (lo stesso dicasi di un quarto al v. 171, rimasto invece immutato in R). Contro ai tre Auc. ridotti ad Autor stanno cinque Auc. o Auctor che non furono toccati.
  2. Ma summe VII 87, resumme VIII 76, assummere VII 97, e cosí summito summas summat summere resummet, ecc.: una decina di casi, insomma, con la doppia m contro i due ricordati sopra e altri due scritti di primo acchito con un’m sola (consumeret IX 103 e presumere XV 212): anche questi ultimi furono da me, ben inteso, ricondotti alla grafia prevalente.
  3. Se non ho contato male, la parola ricorre 34 volte nel Bucc. c., e ben 23 fu lasciata stare cosí come fu scritta da principio, mentre 6 volte sole la m fu ridotta a n mediante rasura di una delle gambe; piú singolare è quest’altro fatto, che delle tre volte in cui il vocabolo fu scritto sopra un altro abraso, e quindi presumibilmente in secondo tempo, due (VII 100 e XII 156) hanno l’m contro un unico nynphe XIV 122. Per raggiungere il totale sopra indicato bisogna aggiungere finalmente due casi ambigui in cui la nasale fu rappresentata graficamente col compendio.