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xii. - a francesco nelli 165

consuona. Se egli nol sapesse, i titoli degli uffici non fanno gli uomini degni di loda, quantunque sieno chiari. Per certo Coridon lo ’ngannava intorno a’ fatti d’arme, se altro non c’è che io non sappia. Oltre a ciò, gli ha il suo Coridon dato a credere, lui essere degno di perpetua loda e gloria perché egli abbia fatto un munistero con parecchi mura. O stultizia da ridere che è avere pensato questo, non che averlo a lui dato a credere, essendo una piccola frasca! Io mi penso, se io bene conosco i costumi di questo uomo, lui avere con tutta la mente sí i detti di Coridon presi, che non altrimenti si glorii che se la torre dell’orientale Babillonia o le piramide d’Egitto o il mausoleo d’Alicarnasso abbia edificato. Ohimè! che io non mi posso tenere che io non abbia compassione allo ’ngannatore mio, vedendo lui, che inganna gli altri, essere cosí fanciullescamente ingannato. Tu nondimeno, che continuamente gli se’ innanzi e se’ fatto partefice di tutti i suoi consigli, togli dagli occhi suoi questa nebbia, acciò che per innanzi non tolga e non tenga quello de’ poveri per conferirlo dove non aggiugne né aggiugnerá, dove desidera. Vana oppinione e da ridere è cercare con edifici perpetua fama. Forse che tu aspetti ragioni con le quali questa veritá si solva. Se sono gittati in terra o tranghiottiti dalla terra, perisce con l’edificio la fama dell’autore, ed a questi molte cose pongono agguati: i tremuoti, gli aprimenti della terra, le saette, gli ardori del sole, le piove, il ghiaccio, le radici degli arbori, e s’è gravitá soprapposta, il venire meno la terra disotto, gli odi degli uomini e l’avarizia, e la vecchiaia non molto di lungi. A’ quali se le dette cose pure perdonino e permettano che elli pure perseverino in lunghissimo tempo, periscono nondimeno i nomi di coloro che edificano, gli edifici non servando quelli. Guarda il tempio, sí come si crede, di Venere baiana; guarda quivi medesimo l’oratorio di Silla; guarda gli edifici per addietro grandissimi e mirabili della samia Giunone, di Diana efesia e d’Apollo delfico; cerca tra le ruine di quelli o tra le mura mezze róse, fora i fondamenti, se tu puoi, domanda i sassi in ogni luogo tutti: non di leggero troverai il nome del principe dell’opera di cotanta spesa. Forse che tu troverai molti nomi de’ maestri delle mura, perché tu vegga quanto sempre piú vaglia lo ’ngegno che la pecunia. Stanno ancora in piedi molti edifici certamente molto magnifici e nel suo ragguardare rendono testimonio della grandezza dell’animo di colui che edificò; ma i nomi di quelli sono mescolati con alcuna confusione della sdrucciolente