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de’ Cavalcanti, leggiadro e ricco cavaliere, e segui l’opinion d’Epicuro in non credere che l’anima dopo la morte del corpo vivesse, e che il nostro sommo bene fosse ne’diletti carnali; e per questo, si come eretico, è dannato. E fu questo cavaliere padre di Guido Cavalcanti, uomo costumatissimo e ricco e d’alto ingegno, e seppe molte leggiadre cose fare meglio che alcun nostro cittadino; e, oltre a ciò, fu nel suo tempo reputato ottimo loico e buon filosofo, e fu singularissimo amico dell’autore, si come esso medesimo mostra nella sua Vita nuova, e fu buon dicitore in rima: ma, percioché la filosofia gli pareva, si come ella è, da molto piú che la poesia, ebbe a sdegno Virgilio e gli altri poeti. E percioché messer Cavalcante conosceva lo ’ngegno del figliuolo, e la singulare usanza la quale con l’autore avea, riconosciuto prestamente l’autore, senza alcuna premessione d’altre parole, nella prima giunta gli fece la domanda che di sopra si disse.

Poi séguita l’autore e dice che, attristatosi messer Cavalcante perla risposta udita, «Di subito drizzato, gridò: — Come Dicesti, ■’egli ebbe’?», il che si suol dire delle persone passate di questa vita, e però segue: «non viv’egli ancora? Non fiere gli occhi suoi il dolce lome?» — del sole; percioché gli occhi de’ morti non sono quanto i corporali feriti, cioè illuminati da alcun lume. «Quando s’accorse», aspettando, «d’alcuna dimora Ch’io faceva dinanzi alla risposta, cioè non rispondea cosi subitamente, «Supin ricadde»; segno di pena è il cader supino, la quale assai bene si può comprendere essergli venuta estimando che ’l figliuolo fosse morto, poiché l’autore non gli rispondea cosi tosto; percioché gli uomini sogliono soprastare alla risposta, quando la conoscono dovere esser tale che ella non debba piacere a colui che ha fatta la domanda: «e piú non parve fuora». Puossi nelle predette cose comprendere quanto sia l’amor de’ padri ne’ figliuoli, quando veggiamo che in tanta afflizione, in quanta i dannati sono, essi non gli dimenticano, e accumulano la pena loro quando di loro odono o suspicano alcuna cosa avversa.