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Invece le note a margine, che segnano il numero progressivo delle lezioni, sono riferite soltanto da M 1 e R; ma talune mancano, altre non si corrispondono tra i due codici. In M l mancano i numeri 2, 7, 12, è ripetuto il 23 in luogo del 24, mancano 44, 45, 51, 52; in R, per la parte del testo ch’esso contiene, mancano 23, 24, 26, 27, 29, 33-35. 45, 51. 53, 60; non si corrispondono i numeri 25 e 30. Dunque il Milanesi, dividendo in lezioni il Contento del Boccaccio, fece cosa arbitraria, in quanto i codici non offrono gli elementi necessarie sufficienti. Peggio ancora, diversi dei suoi inizi non corrispondono con quelli segnati dai codici: p. es. l’inizio della lezione 43 dovrebbe esser segnato in corrispondenza al verso «La frode ond’ogni coscienza è morsa», sulla fede di ambedue i codici; e l’inizio della lezione 44 dove comincia la 43, sulla fede di R. D’altra parte, se si riflette che la materia del commento è organicamente distribuita tra la lettera e l’allegoria dei vari canti, la divisione in lezioni, anche nell’ipotesi che l’abbia segnata il Boccaccio, sarebbe da giudicare occasionale e secondaria; rammenterebbe quanta materia riusci a svolgere il B. di giorno in giorno, non giá rappresenterebbe il piano dell’opera; anzi proverebbe che la stesura in iscritto riusci piú volte diversa dalla lezione parlata, dovendosi giustificare la sproporzione ch’ è tra lezioni di poche pagine ed altre che non fíniscon mai. E sarebbe, per giunta, piú d’una volta assai poco felice (0.

Insieme con l’edizione del testo del Contento, quale è dato dai codici, io ho voluto tentare di ricuperare il testo vero del Boccaccio, liberandolo dalle sovrapposizioni subite; e ciò col distinguere per mezzo di semplici [ ] quei tratti che, alla prova dei codici, dei raffronti e dello stile, non giudico genuini. Parlo di tentativo, perché, all’atto pratico, questo lavoro di eliminazione, ovvio in alcuni casi, riesce in molti altri estremamente difficile e non dá (né, con gli elementi di cui disponiamo, potrebbe darla) {sulla linea e a margine); «Allegorie del iy° cap.°»; e cosi di séguito, generalmente in quest’ultima forma.

S ha per ogni capitolo una di queste intestazioni: «Capitolo» (o «Canto»), «senso litterale», «senso allegorico», «senso morale», «secondo la lettera», «allegorico», «litterale»; una volta sola, e questa a margine: «Primo cap.° secundum litteram». R scrive «Canto VI», «Canto VII» ecc., d’ordinario ripetendo quando incomincia il commento allegorico. (1) Ho tuttavia riprodotta a margine la numerazione delle lezioni giá adottata dal Milanesi per agevolare i riscontri.