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25Dal qual tornato in sé, di stupor pieno,
di lá da l’acqua in piú cocente affanno,
non per la via che l’anime teniéno,
si ritrovò; e quindi avanti vanno,
e pargoletti veggon senza luce
30pianger, per l’altrui colpa, eterno danno.
Dietro alle piante poi del savio duce
passa con altri quattro in un castello,
dove alcun raggio di chiarezza luce.
Quivi vede seder sovr’un pratello
35spiriti d’alta fama, senza pene,
fuor che d’alti sospiri, al parer d’elio.
Da questo loco discendendo, viene
dove Minós esamina g’i entranti,
fíer quanto a tanto officio si conviene.
40Quivi le strida sente e gli alti pianti
di quei che furon peccator carnali,
infestati da venti aspri e sonanti,
dove Francesca e Polo li lor mali
contano. E quindi Cerbero latrante
45vede sopra a’ gulosi, infra li quali
Ciacco conosce; e, procedendo avante,
truova Plutone, e’ prodighi e gli avari
vede giostrar con misero sembiante.
Che sia Fortuna e la cagion de’ vari
50suoi movimenti Virgilio gli schiude;
e, discendendo poi con passi rari,
truovan di Stige la nera palude,
la qual risurger vede di bollori,
da’ sospir mossi d’alme in essa nude,
55dove gli accidiosi peccatori,
e gl’iracundi, gorgogliando in quella,
fanno sentir li lor grevi dolori.
Sopra una fiamma poi doppia fiammella
subito vede, ed una di lontano