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depriemere, li quali vedendo i cantori e Pammaestramento di quegli seguitando, vengono ad una concordanza nel canto: e cosi nella presente Commedia si posson dir «note» quelle parti estreme de’ versi, le quali, misurate di certe sillabe e lettere, si fanno intra se medesime consonanti, si come qui di terzo in terzo verso si vede. E chiama l’autor qui questo suo libro Commedia, la quale è una spezie di poesia; e percioché d’essa nel principio della presente opera fu pienamente trattato, non curo qui di dirne piú avanti.

Poi l’autore, fatto il giuramento, dice quello che esso vide, e continuandosi al giuramento precedente, dice: «Ch’io vidi per quell’aer grosso», si come pieno di vapor fetidi, li quali non avevano onde svaporare di quel luogo, «e scuro», senza luce, «Venir notando una figura in suso», per quel fiume, nel quale Virgilio aveva gittata la corda; e dice che questa figura era «Maravigliosa ad ogni cuor sicuro». Orribil cosa adunque doveva essere ed era, si come esso medesimo dimostra nel principio del seguente canto. Appresso per una comparazion dimostra come questa figura notando venisse suso, e dice: «Si come torna colui», cioè quel marinaio, «che va giuso», al fondo del mare, «Talvolta a solver», cioè a sciogliere, «l’áncora»: «l’áncora» è uno strumento di ferro, il quale dall’un de’ lati ha piú rampiconi, e dall’altro ha un anello, per lo quale si lega alla fune che il manda giú nel fondo del mare, e di quello il ritira su; «ch’aggrappa», cioè piglia, «O scoglio od altro che nel mare è chiuso», cioè ascoso.

Usano i marinari quando vengono ne’ porti con li lor legni, accioché il vento non li sospinga in terra, gittare in mare, nella parte opposita alla terra, alcune áncore, e queste co’ rampiconi loro si ficcano nel fondo del mare; ed essi poi quella sartia, con la quale l’áncora è legata, legano alla nave, e cosi la nave è ritenuta da poter discorrere in terra. Ora avvien talvolta che, non trovando l’áncora fondo da potersi aggrappare, e il vento movendo la nave, questa áncora seguendola, ara il fondo tanto, che per ventura ella truova o scoglio o altro dove ella s’appiglia; e, quando questo avviene, volendosi con lor legno