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— «Se l’altre volte». Qui comincia la settima parte di questo canto, nella quale, poi che l’autore ha risposto alla lor domanda, ed egli pone un priego fattogli da loro, e la lor partita, dicendo: — «Se l’altre volte», che tu rispondi altrui, «si poco ti costa», come al presente hai fatto, — «Risposer tutti, — il satisfare altrui, Felice te, che si parli a tua posta! Però, se campi», cioè se esci, «d’esti luoghi bui», cioè oscuri dello’nferno, «E torni a riveder le belle stelle», su nel mondo, «Quando ti gioverá», cioè diletterá, «dicere: io fui», in inferno, «Fa’ che di noi alla gente favelle», — non in dire come noi siam qui in eterno supplicio per lo nostro peccato, ma come ne cale dell’onore della nostra cittá, e duolci d’udire che cortesia o valor si sia partita di quella. «Indi rupper la ruota», cioè il cerchio che fatto avean di sé, come di sopra è detto; e chiamala «ruota», percioché continuamente si rotavano e volgeano; «e a fuggirsi», cioè in guisa d’uomini che fuggissero a tornarsi alla loro schiera, «Ale sembiár le gambe loro snelle», cioè parve che volassero. «Un amen», questa dizione «amen», la qual si dice in brevissimo tempo, «non saria potuto dirsi Tosto», da alcuno, «cosi», prestamente, «com’ei furon spariti, Per che al maestro parve di partirsi», poi s’eran partiti essi. «Io il seguiva». Qui comincia la parte ottava di questo canto, nella quale, poi che l’autore ha dimostrato le tre ombre essersi dipartite, dimostra come, piú avanti procedendo, trovarono la caduta di quel fiumicello, e dice: «Io il seguiva, e poco eravam iti», poi che quelle tre ombre si partiron da noi, «Che il suon dell’acqua», la qual cadeva nell’ottavo cerchio dello ’nferno, e però faceva suono, «n’era si vicino, Che per parlar», cioè per aver parlato, «saremmo appena uditi», l’un l’altro. E, per dimostrare quanto era il suono che questo fiumicello faceva cadendo, pone una comparazione d’una acqua che cade discendendo dell’Alpi di San Benedetto, le quali si trovano andando per lo cammin dritto da Firenze a Forli. «Come quel fiume, c’ha proprio cammino, Prima», che alcun altro, «da monte Veso inver’ levante, Dalla sinistra costa