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aveva tre punte, e con questa dicono che esso fulminava chiunque l’offendeva; e, oltre a ciò, perché egli molte fólgori gittava, percioché assai erano i nocenti, gli attribuiscono piú fabbri, e in diversi luoghi. E il principale di tutti dicono esser Vulcano, iddio del fuoco, e sotto lui i ciclopi, uomini di grande statura, e robustissimi e forti, de’ quali Virgilio, nell’ottavo dell ’Eneida, nomina tre, cioè Brontes e Steropes e Piragmon, li quali tutti fabbricano fólgori, e nell’isola di Vulcano, e in Etna (il quale volgarmente è chiamato Mongibello), e in altre parti. Oltre alle predette cose, scrivono i poeti che una spezie d’uomini chiamati «i giganti», di maravigliosa grandezza e statura di corpo, e di forza maggiore assai che umana, nati del sangue de’ Titani (li quali Giove aveva uccisi, quando liberò Saturno, suo padre, e la madre, della prigione di Titano), si levarono incontro al detto Giove, e, per volergli tórre il cielo, posero piú monti l’uno sopra l’altro, e intorno a ciò grandissime forze adoperarono: contro a’ quali Giove combattendo in una parte di Tessaglia chiamata Fiegra, tutti gli fulminò e vinse, e in quella battaglia gittò molte fólgori; per la qual cosa furono fieramente faticati i fabbri suoi. E questo è quel che vuol dire: «O s’egli stanchi gli altri a muta a muta», ecc.] Ma in quanto dice questo superbo spirito che Iddio non potrebbe di lui aver «vendetta allegra», si dee intendere secondo l’opinione di colui che dice, percioché la bestialitá de’ blasfèmi è tanta, che essi estimano troppo bene fieramente offendere Iddio quando il bestemmiano o negano; non avveggendosi che in Dio non può cadere offensione alcuna, e che quella offensione, la quale essi credono fare a Dio, essi fanno a se medesimi; e tanto maggiore, quanto la forza della divina giustizia è maggiore in punirgli, che le lor non sono in bestemmiarlo. È il vero che, guardando alle cose temporali, che, considerata la eccellenza d’uno imperadore e la bassezza d’un povero uomo, non pare lo ’mperadore dover potere allegra vendetta prendere, se da quel cotal povero e di basso stato offeso fosse; e secondo questo intendimento si deono prendere le parole bestiali di questo spirito dannato, del quale è da vedere quello che contro a Dio commettesse.