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fare, come vegliamo che fanno, le violenze e le ingiurie a’ sudditi, delle quali essi soldati le piú delle volte sono ministri e facitori:] e perciò vuole la divina giustizia che, cosi come costoro furono strumento alle malvagie opere de’ tiranni, cosi sieno alla lor punizione.

Potrebbesi ancor dire che l’autor avesse voluto intendere, per gli stimoli delle saette de’ centauri ne’ violenti, s’intendessero le sollecitudini continue de’ tiranni, le quali si può credere che abbiano, si per la non certa fede di cosi fatta geme, e si ancora per l’avere a trovar modo donde venga di che pagarli; e ancora intorno al tenergli si corti, che essi [non possano o] non facciano, ne’sudditi suoi, quello che esso solo vuol fare: e questo è faticoso molto. Ma, comeché nella presente vita si ria, nell’altra si dee intendere le saette, eia questi centauri saettate ne’ violenti, essere l’amaritudine della continua ricordazione, la quale hanno delle disoneste e malvagie opere, le quali giá fecero con la forza della gente dell’arme; e cosi coloro, nella cui fede vivendo si misero, nelle cui forze si fidarono, con le mani de’ quali versarono il sangue del prossimo, rubarono le sustanze temporali, occuparono la libertá, sono stimolatori, tormentatori e faticatori delle loro anime nella perdizione eterna.