Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/124

essendo giá Giulio Cesare similmente stato ucciso, e Ottavian Cesare insieme con Marco Antonio e con Marco Lepido avendo preso l’oficio del triumvirato, e molti nobili uomini proscritti; sentendo sé esser del numero di quegli, raccolte le reliquie degli eserciti pompeiani, e ancora molti servi tolti dal servigio loro, e armate piú navi, si diede come corsaro ad infestare il mare e a prendere e a rubare e ad uccidere quanti poteva di quegli che delle sue parti non erano. E, tenendo Cicilia e Sardigna, intrachiuse quasi si il mare, che le opportune cose non potevano a Roma andare, di che egli la condusse a miserabil fame. Col quale essendosi poi paceficati li tre predetti prencipi, poco perseverò nella pace; percioché, raccettando i fuggitivi, li quali erano rimasi degli eserciti di Bruto e di Cassio, fu giudicato nemico della republica. Per la qual cosa avendo trecenlocinquanta navi armate, primieramente Menna, suo liberto, con sessanta navi, da lui ribellato, passò nelle parti d’Ottaviano; appresso Statilio Tauro combattè in naval battaglia contro a Menecrate, uno de’ duchi di Sesto, e sconfisselo, e Ottavian Cesare ancora combattendo contro a’ pompeiani gli sconfisse; appresso Marco Agrippa similmente tra Melazzo e Lipari combattè contro a Pompeo e contro a Democare e vinsegli, e nel terzo di trenta navi sommerse in mare o prese; e Pompeo si fuggi a Messina, e Cesare incontanente trapassò a Tauromena, e quivi nella prima giunta fieramente afflisse Pompeo e’ suoi: e in quella rotta molte navi furono affondate, e Pompeo, perdutavi molta della sua gente, se ne rifuggi in Italia. Poi ancora ricolte insieme le sue navi, essendo Agrippa venuto in Cicilia, e Ottaviano veggendo l’armata di Pompeo ordinata, comandò al detto Agrippa che contro ad essa andasse, il quale atrocissimamente commessa co’ nemici la battaglia, vinse i pompeiani e nel torno di centosessantatré navi prese e affondò, e Pompeo si fuggi con forse diciotto, con gran fatica scampato delle mani de’ nemici. Che molte parole? Colui, che poco avanti era signore di trecentocinquanta navi, con sei o con sette si fuggi in Asia. Ultimamente, sforzandosi in Grecia di rifare il suo esercito, e quivi essendo venuto Marco Antonio, e avendo sentito come esso era