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uccidere pensava. Respirò la sua fortuna e rimase vincitore: e quindi si tornò in Roma, dove trionfò de’ galli e degli egiziaci e di Farnace in tre diversi di. Scrisse Plinio, in libro De naturali kisloria, che egli personalmente fu in cinquanta battaglie ordinate, che ad alcun altro romano non avvenne d’essere in tante: solo Marco Marcello, secondo che Plinio predetto dice, fu in quaranta. E di queste cinquanta, le piú fece in Gallia e in Brettagna ed in Germania, né, fuorché in una, si trovò esser perdente: e di questo potè esser cagione la sua mirabile industria, e la fidanza che di lui aveano coloro li quali il seguivano, li quali non potevano credere, sotto la sua condotta, in alcuno quantunque gran pericolo poter perire. E dice il predetto Plinio, sotto la sua capitaneria, in diverse parti combattendo, essere stati uccisi de’ nemici dalla sua gente un milione e cento novanta due [centinaia di] migliaia d’uomini: né si pongono in questo numero quegli che uccisi furono nelle guerre né nelle battaglie cittadine, le quali tra lui e Pompeo e’ suoi seguaci furono. Per la qual cosa meritamente dice l’autore: «Cesare armato». Fu, oltre a ciò, costui grandissimo oratore, si come Tullio, quantunque suo amico non fosse, in alcuna parte testimonia. Fu solenne poeta, e leggesi lui nel maggior fervore della guerra cittadina aver due libri metrici composti, li quali da lui furono intitolati Anticatoui. Fu grandissimo perdonatore delle ingiurie, intanto che non solamente a chi di quelle gli chiese perdono le rimise, ma a molti, senza addomandarlo, di sua spontanea volontá perdonò. Pazientissimo fu delle ingiurie in opere od in parole fattegli. Fu lussurioso molto; percioché, secondo che scrive Svetonio, egli nella sua concupiscenzia trasse piú nobili femmine romane, si come Postumia di Servio Sulpizio, Lollia d’Aulo Gabinio, Tertullia di Marco Crasso, Muzia di Gneo Pompeo; ma, oltre a tutte l’altre, amò Servilia, madre di Marco Bruto, la figliuola della quale, chiamata Terzia, si crede che egli avesse. Usò ancora l’amicizie d’alcune altre forestiere, si come quella della figliuola di Nicomede, re di Bitinia, e Eunoe Maura, moglie di Bogade re de’ mauri, e Cleopatra, reina d’Egitto, e altre. Né furon questi suoi adultèri taciuti in parte