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Era stata fortuna in mare, e però, non avendo i pescatori potuto pescare, come loro usanza è, s’erano stati al sole, e i vestimenti loro aveano cerchi e purgati di que’ vermini che in essi nascono: e quegli, che nel cercar trovati e presi aveano, gli aveano uccisi, e quegli, che presi non aveano, essendosi ne’ vestimenti rimasi, ne portavan seco. Omero, udita la risposta de’ pescatori, ed essendogli oscura, mentre al doverla intendere andava sospeso, per caso percosse in una pietra, per la qual cosa cadde, e fieramente nel cader percosse, e di quella percossa il terzo di appresso si mori. Alcuni voglion dire che, non potendo intender la risposta fattagli da’ pescatori, entrò in tanta maninconia, che una febbre il prese, della quale in pochi di si mori, e poveramente in Arcadia fu seppellito; onde poi, portando gli ateniesi le sue ossa in Atene, in quella onorevolmente il seppellirono].

Fu adunque costui estimato il piú solenne poeta che avesse Grecia, né fu pure appo i greci in sommo pregio, ma ancora appo i latini in tanta grazia, che per molti eccellenti uomini si trova essere stato maravigliosamente commendato: e intra gli altri nel quinto delle sue Quistioni tusculane scrive Tullio cosi di lui: «Traditimi est etiam Homerum caecum fuisse: at eius picturam, non poesia videmus. Quae regio, quae ora, qui locus Graeciae, quae species formae, quae pugna quaeque artes, quod remighivi, qui motus hominum, qui ferarimi non ita expictus est, ut quae ipse non viderit, nos ut videremus effecerit?», ecc. Né si sono vergognati i nostri poeti di seguire in molte cose le sue vestigie, e massimamente Virgilio; per la qual cosa meritamente qui il nostro autore il chiama «poeta sovrano». [Fiori adunque questo mirabile uomo, chiamato da Giustiniano cesare padre d’ogni virtú, secondo l’opinione d’alcuni, ne’ tempi che Melanto regnava in Atene, ed Enea Silvio regnava in Alba. Eratostene dice che egli fu cento anni poi che Troia fu presa. Aristarco dice lui essere stato dopo l’emigrazion ionica cento anni, regnante Echestrato re di Lacedemonia e Latino Silvio re d’Alba. Altri voglion che fesse dopo questo tempo detto, essendo Labot re di Lacedemonia ed Alba Silvio