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dare le spese ad un fanticello che il guidasse per la via, quando in parte alcuna andar volesse: e la sua povertá era volontaria, percioehé delle temporali sustanze niente si curava. Fu di piccola statura, con poca barba e con pochi capelli; di mansueto animo e d’onesta vita e di poche parole. Fu, oltre a ciò, alcuna volta fieramente infestato dalla fortuna, e, tra l’altre, essendo in Atene ed avendo parte della sua Iliade recitata, il vollero gli ateniesi lapidare, percioehé in essa, poeticamente parlando, aveva scritto gl’iddii l’un contro all’altro aver combattuto, non sentendo gli ateniesi ancora quali fossero i velamenti poetici, né quello che per quelle battaglie degl’iddii Omero s’intendesse: e per questo, credendosi lui esser pazzo, il vollero uccidere; e, se stato non fosse un valente uomo e potente nella cittá, chiamato Leontonio, il quale dal furioso émpito degli ateniesi il liberò, senza dubbio l’avrebbono ucciso. La quale bestiale ingiuria il povero poeta non lasciò senza vendetta passare, percioché, appresso questo, egli scrisse un libro il cui titolo fu De verbositate Atheniensium, nel quale egli morse fieramente i vizi degli ateniesi, mostrando nel vulgo di quegli nulla altra cosa essere che parole. E altra fiata, essendo chiamato da Ermolao, re ovvero tiranno d’Atene, quasi sprezzandolo, disse che, per lui né per tutto il suo regno, non vorrebbe perdere una menoma sillaba d’un suo verso, e che esso co’ suoi versi possedeva maggior regno che Ermolao non faceva con la sua gente d’arme. Per la qual cosa, turbato, Ermolao il fece prendere e crudelmente battere e poi metterlo in pregione; nella quale avendolo otto mesi tenuto, né per questo vedendolo piegarsi in parte alcuna dalla libertá dell’animo suo, il fece lasciare; né potè fare che con lui volesse rimanere.] [Della morte sua, secondo che scrive Callimaco, fu uno strano accidente cagione; percioehé, essendo egli in Arcadia ed andando solo su per lo lito del mare, senti pescatori, li quali sovra uno scoglio si stavano, forse tendendo o racconciando lor reti: li quali esso domandò se preso avessero, intendendo seco medesimo de’ pesci. Costoro risposero che quegli, che presi aveano, avean perduti, e quegli, che presi non aveano, se ne portavano.