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d’Ettore, mirabilmente commendando Achille. Compose similmente l’Odissea, in ventiquattro libri partita, nella quale tratta gli errori d’Ulisse, li quali dieci anni perseverarono dopo il disfacimento di Troia. Scrisse similmente un libro delle laude degl’iddii, il cui titolo non mi ricorda d’aver udito. Scrisse ancora un libro, distinto in due, nel quale scrisse una battaglia, ovvero guerra, stata tra le rane e’ topi, la qual non finse senza maravigliosa e laudevole intenzione. Compose, oltre a ciò, un libro della generazion degl’iddii, e composene uno chiamato Egam, la materia del quale non trovai mai qual fosse; e similmente piú altri infino in tredici, de’ quali il tempo ogni cosa divorante, e massimamente dove la negligenza degli uomini il permetta, ha non solamente tolta la notizia delle materie, ma ancora li loro nomi nascosi, e spezialmente a noi latini. E, accioché questo non sia pretermesso, in tanto pregio fu la sua Iliade appo gli scienziati e valenti uomini, che, avendo Alessandro macedonio vinto Dario re di Persia, e presa Persida reale cittá, trovò in essa tanto tesoro che, vedendolo, obstupefece; ed essendo in quello molti e carissimi gioielli, trovò tra essi una cassetta preziosissima per maestero e carissima per ornamento di pietre e di perle; e co’ suoi baroni, si come scrive Quinto Curzio, il quale in leggiadro e laudevole stilo scrisse l’opere del detto Alessandro, come cosa mirabile riguardandola, domandò qual cosa di quelle, che essi sapessero, paresse loro piú tosto che alcuna altra da servare in cosí caro vasello. Non v’ebbe alcuno che la reai corona o lo scettro o altro reale ornamento dicesse; ma tutti con Alessandro insieme in una sentenza concorsono, cioè che si preziosa cassa cosa alcuna piú degnamente serbar non potea che la Iliada d’Omero: e cosí a servar questo libro fu deputata. [Fu Omero nel mangiare e nel bere moderatissimo, e non solamente fu di breve e poco sonno, ma quello prese con gran disagio; percioché, o povertá o astinenza che ne fosse cagione, il suo dormire era in su un pezzo di rete di funi, alquanto sospeso da terra, senza alcuni altri panni. Fu, oltre a ciò, poverissimo tanto, che, essendo cieco, non aveva di che potesse 4