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ragione richiederá. Questa cotale spezie d’ira n’è conceduta da’ santi. Dice il salmista: «trascinimi, et nolite peccare»; volendo per queste parole che ne sia licito il commuoversi per le cose non debitamente fatte, si come fa il padre quando vede alcuna cosa men che ben fare al figliuolo, o il maestro al discepolo, o l’uno amico all’altro, accioché per quella commozione egli l’ammonisca e corregga con viso significante la sua indegnazione, non come uomo che, della ingiuria la quale gli pare per lo non ben fare d’alcuno, disideri vendetta; e, fatta la debita ammonizione, ponga giú l’ira. E in questa maniera adirandosi, e per cosí fatta cagione, non si pecca. In questa maniera si dee intendere Dio verso noi adirarsi, come spesso nella Scrittura si legge: e il salmista spesse volte priega che da questa ira il guardi, cioè da adoperare si, che esso contra di lui si debba adirare. E da questa ira dobbiam credere essere stato commosso Cristo, nel quale mai non fu peccato alcuno, quando, preso un mazzo di funi, cacciò dal tempio i venditori e’ compratori, dicendo: «Domus mea, domus orationis», ecc. Questa spezie d ira chiamano molti «sdegno» (e cosí mostra di voler qui intendere l’autore); il qual non voglion cadere se non in animi gentili, cioè ordinati e ben disposti e savi. E tanto voglion che sia maggiore, quanto colui è piú savio in cui egli cade; percioché quanto piú è savio l’uomo, tanto piú cognosce le qualitá e’ motivi de’ difetti che si commettono, e per conseguente piú si commuove. E però dice Salomone: «Ubi multum sapientiae, ibi muli uni indignationis». E vuole l’autore in questa particella mostrare questa virtú essere stata in lui, in quanto in parte alcuna non si mostra per lo supplicio de’ dannati in questo cerchio esser commosso, come ne’ superiori è stato: ma avergli Virgilio, cioè la ragione, fatta festa abbracciandolo, e chiamandolo «alma sdegnosa», c benedicendo, in segno di congratulazione, la madre di lui; e questa festa, questa congratulazione non gli avrebbe mai fatta Virgilio, se non in dimostrazione che nobilissima cosa e virtuosa sia l’essere isdegnoso. È il vero che, come di molte altre cose avviene, questo adiettivo, cioè «sdegnoso», spessissimamente in