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II

Senso allegorico ILez. xxix] [«Pape Salari, papé Salari aleppe», ecc. Dimostrò l’autore nel precedente canto come la ragione gli dimostrò qual losse la colpa della gola, e che supplicio fosse dalla divina giustizia posto a’ gulosi, li quali in quel peccato morivano; e, continuandosi alle cose precedenti, discrive come, seguendo la ragione, gli fosse da lei dimostrato che cosa fosse il peccato dell’avarizia e similmente quello della prodigalitá, e similmente qual pena ne fosse data a coloro che in esse erano vivuti e morti peccatori, e sotto il cui imperio puniti Jossero: procedendo appresso in questo medesimo canto, come, veduti questi, seguendo la ragione, gli fossero dalla detta ragione mostrate altre due spezie dí peccatori, cioè gl’iracundi e gli accidiosi, e il loro tormento. E però primieramente vedremo, come di sopra si promise, quello che l’autore intenda per Plutone prencipe di questo cerchio; e appresso che cosa sia avarizia, e in che pecchi l’avaro; e poi che cosa sia prodigalitá, e in che pecchi il prodigo; e quinci qual sia la pena lor data per lo peccato commesso, e come la pena si confaccia al peccato. E, questo veduto, procederemo a vedere che peccato sia quello dell’ira, e poi quello dell’accidia, e qual pena agli accidiosi e agli iracundi data sia, e come essa si conformi alla colpa ] [Truovansi adunque, secondo che esponendo la lettera è detto, essere stati due Plutoni, de’ quali per avventura ciascuno potrebbe assai attamente servire a questo luogo, quantunque l’uno molto meglio che l’altro, si come apparirá appresso. Diceva adunque Leon Pilato che uno, il quale fu chiamato Iasonio, aveva amata Cerere, dea delle biade, e con lei s’era congiunto, e di lei avea ricevuto un figliuolo, il quale avea nominato Pluto. Sotto il qual fabuloso parlare è questa istoria nascosa, cioè