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speranza loro in questi beni commessi alla fortuna, intorno all’acquistarne e all’adunarne si faticano; ma dimmi ancora: «Questa fortuna, di che tu mi tocche», dicendo de’beni che le son commessi, «Che è?» cioè che cosa è? «che i ben del mondo ha si tra branche?», — cioè tra le mani e in sua podestá. «E quegli a me», rispose dicendo: — «O creature sciocche, Quanta ignoranza è quella che v’offende!», credendo come voi non dovete credere, cioè che i beni temporali sieno in podestá della fortuna come suoi; conciosiacosaché essa sia ministra in distribuirgli, e non donna in donargli, si come appare nelle parole seguenti. «Or vo’che tu mia sentenza ne’mbocche», cioè che tu ne senta quello che ne sento io: e dice «ne ’mbocche», cioè riceva, non con la bocca corporale, la quale quello che riceve manda allo stomaco, ma con la bocca dello ’ntelletto, il quale, rugumando ed esaminando seco quello che per li sensi esteriori e poi per gl’interiori concepe, quel sugo fruttuoso ne trae spesse volte, che per umano ingegno si puote. E quinci séguita Virgilio a dichiarare quello che egli senta della fortuna, dicendo: «Colui, lo cui saver tutto trascende», cioè Iddio, il quale è somma sapienza, e appo il quale ogni altra sapienza è stoltizia, «Fece li cieli», nella creazion del mondo, «e die’ lor chi conduce». E in questo sente l’autore con Aristotile, il quale tiene che ogni cielo abbia una intelligenza, la quale il muove con ordine certo e perpetuo: e che l’autore questo senta, non solamente qui, ma in una delle sue canzone distese dimostra, dicendo: «Voi, che, ’ntendendo, il terzo ciel movete» ecc. E queste cotali intelligenzie muovono i cieli loro commessi da Dio, «Si ch’ogni parte», della lor potenzia, «ad ogni parte», mondana e atta a ricevere, «splende», cioè splendendo infonde, «Distribuendo igualmente la luce». Dice «igualmente» non in quantitá, ma secondo la indigenza della cosa che quella luce o influenzia riceve; [«igualmente», cioè con equale affezione e operazione distribuiscono nelle creature la potenzia loro.] E poi segue che Domeneddio ha queste intelligenzie preposte a conducere i cieli e a distribuire i loro effetti ne’ corpi