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cosa, non solamente i laici, ma ancora li religiosi divorano.] E questo miserabile atto non ci si fa come tra cittadino e cittadino far si solea, anzi è tanto d’ogni convenevolezza trapassato il segno, che gli apparati reali, le mense pontificali, gli splendori imperiali sono da noi stati lasciati a dietro; né ad alcuna, quantunque grande spesa, quantunque disutile, quantunque superba sia, si riguarda; ogni modo, ogni misura, ogni convenevolezza è pretermessa. Vegnono oggi ne’ nostri conviti le confezioni oltremarine, le cacciagioni transalpine, i pesci marini non d’una ma di molte maniere; e son di quegli, che, senza vergogna, d’oro velano i colori delle carni, con vigilante cura e con industrioso artificio cotte. Lascio stare gl’intramessi, il numero delle vivande, [i savori] di sapori e di color diversissimi, e le importabili some de’ taglieri carichi di vivande tra poche persone messi, le quali son tante e tali, che non dico i servidori, che le portano, ma le mense, sopra le quali poste sono, sotto di fatica vi sudano. Né è penna che stanca non fosse, volendo i trebbiani, i grechi, le ribole, le malvagie, le vernacce e mille altre maniere di vini preziosi discrivere. E or volesse Iddio che solo a’ principi della cittá questo inconveniente avvenisse; ma tanto è in tutti la caligine della ignoranza sparta, che coloro ancora, li quali e la nazione e lo stato ha fatti minori, queste medesime magnificenze, anzi pazzie, trovandosi il luogo da ciò, appetiscono e vogliono come i maggiori. In queste cosí oneste e sobrie commessazioni, o conviti che vogliam dire, come i ventri s’empiano, come tumultuino gli stomachi, come fummino i cerebri, come i cuori infiammino, assai leggier cosa è da comprendere a chi vi vuole riguardare. In queste insuperbiscono i poveri, i ricchi divengono intollerabili, i savi bestiali; per le quali cose vi si tumultua, millantavisi, dicevisi male d’ogni uomo e di Dio; e talvolta, non potendo 10 stomaco sostenere il soperchio, non altramente che faccia 11 cane, sozzamente si vota quello che ingordamente s’è insaccato; e in queste medesime cosí laudevoli cene s’ordina e solida lo stato della republica, diffinisconsi le quistioni, compongonsi l’opportunitá cittadine e i fatti delle singular persone; ma il come,