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II

Senso allegorico (Lez. xxv] «Al tornar della mente che si chiuse», ecc. Nel principio di questo canto l’autore, si come di sopra ha fatto negli altri, cosi si continua alle cose seguenti. Mostrògli nel precedente canto la ragione, come i lussuriosi, li quali nell’ira di Dio muoiono, sieno dalla divina giustizia puniti; e percioché la colpa della gola è piú grave che il peccato della lussuria, in quanto la gola è cagione della lussuria, e non e co?iverso, gli dimostra in questo terzo cerchio la ragione, come il giudicio di Dio con eterno supplicio punisca i golosi. A detestazion de’ quali, e accioché piú agevolmente si comprenda quello che sotto la corteccia litterale è nascoso, alquanto piú di lontano cominceremo.

Creò il Nostro Signore il mondo e ogni creatura che in quello è; e, separate Tacque, e quelle, oltre all’universal fonte, per molti fiumi su per la terra divise, e prodotti gli alberi fruttiferi, l’erbe e gli animali, e di quegli riempiute Tacque, l’aere e le selve, tanto fu cortese a’ nostri primi parenti, che, non ostante che contro al suo comandamento avessero adoperato, ed esso per quello gli avesse di paradiso cacciati, tutte le sopradette cose da lui prodotte sottomise alli lor piedi, si come dice il salmista: «Omnia subiecisti sub pedibus eius, oves et boves et universa pecora campi, et volucres caeli, et pisces maris, qui perambulant semitas maris»; e, come queste, cosi molto maggiormente i frutti prodotti dalla terra, di sua spontanea volontá germinante. Per la qual cosa con assai leggier fatica, si come per molti si crede, per molti secoli si nutricò e visse innocua l’umana generazione dopo ’l diluvio universale. I cibi della quale furono le ghiande, il sapor delle quali era a’ rozzi