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arrappare: «Graffia gli spiriti», con quelle unghie, «e ingoia», divorandogli, «ed isquatra», graffiandogli. «Urlar»; questo è proprio de’ lupi, comeché e’ cani ancora urlino spesso; «gli fa la pioggia», la qual continuamente cade loro addosso, «come cani. Dell’un de’ lati fanno all’altro schermo», questi spiriti dannati: «Volgonsi spesso», mostrando in questo che gravemente gli offenda la pioggia; e perciò, come alquanto hanno dall’un lato ricevutala, cosí si volgon dall’altro, infíno a tanto che alcun mitigamento prendano in quella parte che offesa è stata dalla pioggia, «i miseri profani». «Profano» propriamente si chiama quello luogo il quale alcuna volta fu sacro, poi è ridotto all’uso comune d’ogni uomo, si come alcun luogo, nel quale giá è stata alcuna chiesa o tempio, la qual mentre vi fu, fu sacro luogo, poi per alcuno acconcio [comune], trasmutata la chiesa in altra parte, e il luogo rimaso comune, chiamasi «profano»; cosí si può dire, degli spiriti dannati, essere stati alcuna volta sacri, mentre seguirono la via della veritá, percioché, mentre questo fecero, era con loro la grazia dello Spirito santo; ma, poi che, abbandonata la via della veritá, seguirono le malvagitá e le nequizie, per le quali dannati sono, partita da loro la grazia dello Spirito santo, sono rimasi profani. «Quando ci scòrse». Comincia qui la seconda parte del presente canto, nella quale, si come ne’ superiori cerchi è addivenuto all’autore d’essere stato con alcuna parola spaventato da’ diavoli presidenti a’ cerchi, ne’ quali disceso è, cosí qui similmente mostra Cerbero averlo voluto spaventare. E questo, con quello atto generalmente soglion fare i cani, quando uomo o altro animale vogliono spaventare: innanzi ad ogni altra cosa gli mostrano i denti. Il che aver fatto Cerbero verso Virgilio e verso lui dimostra qui l’autore, dicendo: «Quando ci scòrse», cioè ci vide venire, «Cerbero, il gran verino» (pone l’autore questo nome a Cerbero di «vermo» dal luogo ove il trova, cioè sotterra, percioché i piú di quegli animali, li quali sotterra stanno, sono chiamati «vermini»), «Le bocche», per ciò dice le bocche, perché tre bocche avea questo Cerbero, come di sopra