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precedente canto è mostrato, «Dinanzi alla pietá de’ due cognati», di madonna Francesca e di Polo, «Che di tristizia tutto mi confuse»: la compassione avuta della loro misera fortuna; «Nuovi tormenti», non quegli li quali nel secondo cerchio aveva veduti, ma altri, li quali dice «nuovi», quanto a sé, che mai piú veduti non gli avea; «e nuovi tormentati», altri che quegli che di sopra avea veduti; «Mi veggio intorno come ch’io mi muova», a destra o a sinistra, «E ch’io mi volga», in questa parte o in quella, «e come che io mi guati». «Io sono al terzo cerchio della piova», la qual piova è «Eterna», non vien mai meno; «maladetta», in quanto è mandata dalla divina giustizia per perpetuo supplicio di coloro a’quali addosso cade; «fredda», e per tanto è piú noiosa; «e greve», cioè ponderosa, per piú affliggere coloro a’ quali addosso cade: «Regola e qualitá mai non l’è nuova», sempre cade d’un modo. E poi discrive qual sia la qualitá di questa piova, dicendo: «Grandine grossa, ed acqua tinta e neve». Come che queste tre cose, causate da’ vapori caldi e umidi e da aere freddo, nell’aere si generino, nondimeno per effetto della divina giustizia in quello luogo caggiono, in tormento e in pena di quegli che in questo terzo cerchio puniti sono; e però dice: «Per l’aer tenebroso si riversa»; e, oltre a ciò, «Pute la terra che questo riceve», cioè queste tre cose. «Cerbero, fiera crudele e diversa». Fingono i poeti questo Cerbero essere stato un cane ferocissimo, il quale essendo di Plutone, Iddio dello ’nferno, dicevano Plutone lui aver posto alla porta dello ’nferno, accioché quindi alcuno uscir non lasciasse, come che l’autore qui il ponga a tormentare i peccatori che in questo terzo cerchio sono, discrivendo la qualitá della forma sua dicendo: «Con tre gole», percioché tre capi avea, «caninamente latra»; e in questo atto dimostra lui essere cane, come i poeti il discrivono; «Sopra la gente, che quivi è sommersa» sotto la grandine e l’acqua e la neve. «Gli occhi ha vermigli», questo Cerbero, «e la barba unta ed atra», cioè nera. «E ’l ventre largo», da poter, mangiando, assai cose riporre, «e unghiate le mani», per poter prendere e