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fa incontro, col farlo chiaro di ciò che l’uditore addomandar dovea, e dice: «Or vo’ che sappi, avanti che piú andi, Ch’e’ non peccáro», questi spiriti che tu vedi qui; «e s’egli hanno mercedi», cioè se essi adoperarono alcun bene il quale meritasse guiderdone, «Non basta», cioè non è questo bene avere adoperato sufficiente alla loro salvazione: e la cagione è, «perdi’e’ non ebber battesino». E questo n’è assai manifesto per lo Evangelio, dove Cristo parlando a Nicodemo dice: «Amen, amen, dico libi, nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spirita sancto, non potest intrare in regnimi Dei». È adunque il battesimo una regenerazion nuova, per la quale si toglie via il peccato originale, del quale tutti, nascendo, siamo maculati, e divegnamo per quello figliuoli di Dio, dove davanti eravamo figliuoli delle tenebre; e fa questo sacramento valevoli le nostre buone operazioni alla nostra salute, dove senza esso son tutte perdute, si come qui afferma l’autore. «Ch’è parte della fede, che tu credi», cioè della fede cattolica; e però dice che è «parte» di quella, percioché gli articoli della fede son dodici, de’ quali dodici è il battesimo uno.

Appresso questo risponde Virgilio ad una questione, la quale esso medesimo muove, dicendo: «E se pur fúr», costoro de’ quali noi parliamo, «dinanzi al cristianesmo», cioè avanti che Cristo per le sue opere e per li suoi ammaestramenti introducesse questa fede, e mostrasse il battesimo essere necessario a volere aver vita eterna; perciò son perduti, perché «Non adorar debitamente Iddio». E in tanto non l’adoraron debitamente, in quanto non dirittamente sentivano di Dio, cioè lui essere una deitá in tre persone, lui dover venire a prendere carne per la nostra redenzione; non sentirono de’ comandamenti dati da lui al popol suo, ne’ quali, ben intesi, stava la salute di coloro, li quali avanti alla sua incarnazione furono suoi buoni e fedeli servidori; ma adoravano Iddio secondo loro riti, del tutto deformi al modo nel quale Iddio voleva essere adorato e onorato. «E di questi cotai», cioè che dinanzi al cristianesimo furono, «son io medesmo»: percioché Virgilio, si come in libro Temporum d’Eusebio si comprende, avanti la predicazion di