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i marsiliesi, e donde vennero le vigilie.] In Troia dimorò venti anni, come di sopra dicemmo: ed essendo stato ucciso Paris da Pirro, si rimaritò a Deifobo, suo fratello: e, per quel che paia voler Virgilio, essendosi secondo l’ordine del trattato i greci ritrattisi indietro da Ilione e fatto sembiante d’andarsene, ed ella sapendolo, ed essendo a ciò consenziente, quando vide il tempo atto al disiderio de’ greci, con un torchio acceso diede lor segno al venire; di che essi tornati, e preso Ilione e disfatto, e ricevuta lei, la restituirono a Menelao: il quale dicono che volentieri la ricevette. E altri vogliono essere la cagione percioché non di sua volontá fu rapita; altri pereioché tenne al trattato, e diede il cenno a’ greci di ritornare. E, tornandosi costei con Menelao in Grecia, da noiosa tempesta di mare ne furono portati in Egitto, e quivi da Polibo re onorevolmente ricevuti; e, oltre a questo, essendo da diversi casi ritenuti, l’ottavo anno dopo la distruzione d’Ilione, tornarono in Lacedemonia. Dove scrive Omero, nella sua Odissea, che Telemaco, figliuolo di Ulisse, essendo venuto per domandar Menelao se alcuna cosa dir gli sapesse d’ Ulisse, gli trovò far festa e nozze grandissime, avendo Menelao dato moglie ad un suo figliuolo non legittimo, chiamato Megapénti. E da questo tempo innanzi, mai che di lei si fosse non mi ricorda aver trovato. «E vidi ’l grande Achille, Che con amore», cioè per amore, «al fine», della sua vita, «combatteo», contro a Paris e agli altri che nel tempio d’Apollo timbreo l’assalirono e uccisono; nel quale Ecuba l’aveva occultamente e falsamente fatto venire, % avendogli promesso di dargli per moglie Polissena. [Lez. xix] Achille fu figliuolo di Peleo e di Tetide minore, nelle cui nozze, ecc. non fu invitata la dea della discordia, ecc.; e fu d’una cittá di Tessaglia, secondo che Omero scrive nella lliada, chiamata Ptia: il quale, secondo che i poeti scrivono, come nato fu, dalla madre fu portato in inferno, e, accioché egli divenisse forte e paziente delle fatiche, presolo per lo calcagno, tutto il tufíò nel fiume, ovvero nell’.onde di Stige, palude infernale, fuori che il calcagno di lui, il quale teneva con mano; e questo fatto, il diede a Chirón centauro, che lo allevasse. Il quale il nutricò,