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discrive, a questo demonio posto per giudice, essere una dimostrazione assai strana in dichiarare quello che vuole che ad esecuzion si mandi, in quanto dice: «secondo ch’avvinghia», cioè secondo il numero delle volte ch’egli dá dintorno alla persona la coda sua.

Ora, percioché all’autore pare aver molto succintamente discritto l’uficio di questo Minos, per farlo piú chiaro, reassume e dice: «Dico», reassumendo, «che, quando l’anima mal nata», cioè del peccator dannato («quia melius fuisset illi, si natus non fuisset homo ille»), «Gli vien dinanzi», a questo giudice, «tutta si confessa», cioè tutta s’apre, senza alcuna riservazion fare delle sue colpe. La qual cosa, cioè riservarsi e nascondere delle sue colpe, eziandio volendo, non potrebbe fare, percioché non veggiono i giudici spirituali con quegli occhi che veggiam noi, ma prestamente e senza alcun velame veggion ciò che al loro uficio appartiene. «E quel cognoscitor delle peccata», cioè Minos; dimostrando in lui essere, tra l’altre, una delle condizioni opportune a coloro che preposti sono al giudicio delle colpe d’alcuno, cioè che essi sieno discreti e cognoscano gli effetti e le qualitá di quelle cose, le quali possono occorrere al suo giudicio; «Vede qual luogo d’inferno è da essa», cioè quale supplicio infernale sia conveniente alla sua colpa. «Cingesi con la coda tante volte, Quantunque gradi vuol che giú sia messa». È qui da sapere lo ’nferno, secondo che al nostro autor piace, esser distinto in nove cerchi, e quanto piú si discende verso il centro, cioè verso il profondo dell’inferno, piú sono i cerchi stretti e i tormenti maggiori. E, percioché la faccenda di costui è grande intorno all’esaminare e al giudicar che fa singularmente di ciascuna anima; per dar piú spaccio alle sue sentenze, ha quel modo trovato di doversi cingere con la coda tante volte, quanti gradi, cioè cerchi, esso vuole che l’anima da lui esaminata sia infra l’inferno messa: e, mentre fa con la coda questa dimostrazione, nondimeno con le parole attende alla esaminazione. «Sempre dinanzi a lui ne stanno molte»; peroché, come giá dimostrato è, la quantitá di quegli che muoiono nell’ ira di