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di Crocalo ucciso. Dopo la morte del quale, percioché esso avea leggi date a’ cretensi, e con giustizia ottimamente gli avea governati, i poeti, fingendo, dissero lui essere giudice in infernoE di lui scrive cosí Virgilio: Quaesitor Minos urnam movet: ille silentum conciliumque vocat, vitcísqne et crimina discit, ecc. • Ma, percioché non pare per le fizion sopradette s’abbia la veritá dell’istoria di Minos, par di necessitá di rimuover la corteccia di quella, e lasciare nudo il senso allegorico, nel quale apparirá piú della veritá della storia: dico piú, percioché tra le fizion medesime n’è parte mescolata.

Vogliono adunque i poeti sentir per Mercurio, mandato a far venire gli armenti d’Agenore dalla montagna alla marina, alcuna eloquente persona mandata come mezzana da Giove ad Europa; e, per la forza della eloquenza di questa cotal persona, essere Europa condotta alla marina, dove Giove ciò occultamente aspettando, la prese e portonnela in su una sua nave a ciò menata, la quale o era chiamata «tauro», o avea per segno un tauro bianco, come noi veggiamo fare a questi navicanti, li quali a ciascun lor legno pongono alcun nome, e similmente alcun segno; e cosí ne fu trasportata in Creti, dove essa partorí i detti figliuoli di Giove. Sono nondimeno alcuni che dicono che, essendo ella in Creti divenuta, e alcun tempo con Giove dimorata, che Giove senza avere avuto alcun figliuolo di lei, la lasciò: e Asterio, in que’ tempi re di Creti, secondo che scrive Eusebio in libro Temporum, la prese per moglie, ed ébbene quegli figliuoli, de’ quali di sopra è detto. E, se cosí fu, possiam comprendere aver gli antichi fleto Minos esser figliuolo di Giove, o per ampliar la gloria della sua progenie, o perché nelle sue operazioni si mostrò simile a quel pianeto, il quale noi chiamiamo Giove. Ed esso, tra l’altre sue condizioni, ebbe questa, che esso fu a’ sudditi equale e diritto uomo, e servò severissimamente giustizia in tutti, e diede leggi a’ cretensi, le quali mai piú avute non aveano. E, accioché a rozzo popolo