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CANTO QUINTO

I

{{|Sc|Senso letterale}}

«Cosí discesi del cerchio primaio», ecc. Nel presente canto, si come negli altri superiori, si continua l’autore alle precedenti cose: e, avendo nella fine del precedente mostrato come Virgilio ed egli, partitisi dagli altri quattro poeti, erano per altra via venuti fuori di quel luogo luminoso, in parte dove alcuna luce non era; e quinci nel principio di questo, continuandosi alle cose predette, ne mostra come nel secondo cerchio dello ’nferno discendesse. E fa l’autore in questo canto sei cose: esso primieramente, come detto è, si continua alle precedenti cose, mostrando dove divenuto sia; nella seconda parte dimostra aver trovato un demonio esaminatore delle colpe de’ peccatori; nella terza dice qual peccato in quel cerchio si punisca e in che supplicio; nella quarta nomina alquanti de* peccatori in quella pena puniti; nella quinta parla con alcuni di quegli spiriti che quivi puniti sono; nella sesta ed ultima descrive quello che di quel ragionar gli seguisse. La seconda comincia quivi: «Stavvi Minos»; la terza quivi: «Ora incomincian»; la quarta quivi: «La prima di color»; la quinta quivi: «Poscia ch’io ebbi»; la sesta e ultima quivi: «Mentre che l’uno spirto». Comincia adunque in cotal guisa: «Cosí discesi», cioè partito da que’ quattro savi, seguitando per altra via Virgilio, «del